"In dieci anni - ha ricordato il dg Veronafiere-Vinitaly - il made in Italy è cresciuto in valore del 74%, quasi tre volte più dell'intero manifatturiero, e quasi il quadruplo rispetto all'abbigliamento e al tessile, e a fine anno è atteso un'altra performance record delle vendite all'estero per circa 6 miliardi".
"Ma cresciamo - ha sottolineato Mantovani - solo per effetto di un solo prodotto, il Prosecco. Qualcosa sta fermando il mercato dei vini fermi, a partire dalle agevolazioni doganali che hanno i nostri competitor in Argentina, Australia, Nuova Zelanda, Sudafrica. Inoltre il mondo del vino spagnolo corre, e a fine anno - ha segnalato Mantovani con preoccupazione - la nostra crescita dell'export, al netto degli sparkling, il Prosecco appunto, sarà pari a zero".
"Inoltre, si consoliderà il sorpasso nel primo mercato import al mondo, gli Usa, con la Francia in fuga che incrementa a doppia cifra. La crescita per il made in Italy ci sarà (+3,8%) ma sarà inferiore alla media export degli ultimi cinque anni".
Secondo il dg di Veronafiere, "la nostra storia di successo deve passare alla fase due. Agiamo molto bene come singole aziende e come aggregazioni di aziende che fanno promozione all'estero (Ocm), ma manca un forte testimonial del nostro prodotto vinicolo. Vinitaly accompagna il comparto con record di presenze di buyer esteri da 140 Paesi, in numero superiore a quelli registrati da ProWein e VinExpo. E in Cina avremo presto 270 ambasciatori del vino italiano, formati da Vinitaly International Academy".
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