Dagli amari alla grappa, dal mistrà al Campari, è crisi nera per l'emergenza sanitaria a cui si sommano dazi Usa, Brexit, chiusura bar ristorazione, oltre che numerose incognite di mercato. "Gli effetti e le conseguenze di questo scenario - sottolinea il presidente di Federvini Sandro Boscaini - sono già misurabili e l'entità delle perdite sono significative". E rivolgendo un appello al governo, per Federvini "non è sufficiente quanto fatto per il mercato del vino, mentre quello delle bevande spiritose, è un settore che, ad oggi, non ha ricevuto misure di sostegno. Fermo restando ogni possibile supporto all'export per tutti i settori rappresentati, oltre all'istanza di abrogazione del contrassegno di Stato, il settore spiriti - precisa l'imprenditore veronese - necessita oggi anche di misure di maggiore impatto: una riduzione quantomeno del 5% delle accise sulle bevande spiritose e sui prodotti intermedi potrebbe, soprattutto in chiave prospettica, favorire una possibile ripresa del comparto". "In un contesto davvero senza precedenti, credo sia fondamentale - conclude Bob Kunze-Concewitz, Ceo di Campari Group.- uno stretto dialogo e una proficua collaborazione tra pubblico e privato. Mai come ora, si richiede che le nostre Istituzioni diano ascolto a un settore dimostratosi altresì capace di dare il proprio contributo nella fase di massima emergenza sanitaria. Il settore delle bevande spiritose ha più volte richiesto l'abrogazione del contrassegno di Stato, strumento di tracciamento obsoleto e superato, quale prima misura di ristoro soprattutto a sostegno dei piccoli e medi produttori. Appare poi del tutto evidente come il continuo aggravarsi della situazione necessiti di un intervento ben maggiore".
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