(ANSA) - ROMA, 01 FEB - L'agricoltura non venga presa in
esame solo per l'impatto ambientale ma anche in termini
economici e occupazionali all'interno di una filiera produttiva
e commerciale che arriva sulla tavola dei consumatori e
coinvolge quindi anche altri comparti nella logica Farm to Fork
e di salvaguardia della salute dei consumatori. E' l'appello
dell'Associazione nazionale "Le Donne del Vino", oggi in
audizione alla Commissione Agricoltura della Camera sul Recovery
Fund.
La richiesta che arriva dalla consultazione delle 900 Donne
del Vino italiane ha puntato oltre al riequilibrio fra i generi,
e al sostegno al credito e all'esportazione, soprattutto su
quattro temi: digitalizzazione delle aree rurali, agricoltura di
precisione, superare le carenze nei trasporti; e servizi per la
maternità. La carenza di asili nido e di scuole materne nelle
zone agricole e nei piccoli centri oltre al loro costo eccessivo
in rapporto ai redditi della popolazione rurale, sono di grave
impedimento alle possibilità di lavoro e carriera delle donne
Per l'associazione delle Donne del Vino, presieduta dalla
toscana Donatella Cinelli Colombini, va data priorità a
politiche di parità di genere in tutte le imprese e in
particolare nella filiera del vino,nonché alle politiche per il
turismo enogastrostromico.
Le donne dirigono circa un terzo delle imprese agricole italiane
ma sono esempi virtuosi: infatti pur gestendo solo il 21% della
Sau- superficie agricola utilizzabile, producono il 28% del Pil
agricolo. Sono, è stato infine evidenziato dall'associazione che
rappresenta 900 associate (produttrici, enotecarie,
ristoratrici, giornaliste ed esperte), un'enorme risorsa per
l'agricoltura italiana perché spesso sono più scolarizzate e più
aperte all'innovazione e all'internazionalizzazione dei colleghi
uomini. (ANSA).
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Recovery: Donne del Vino, imprese rosa traino per ripresa
Ma urgono digitalizzazione aree rurali e sostegno al credito