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Ue, il nome dell'azienda va sull'etichetta del vino anche se la pressatura avviene altrove

Sentenza dei giudici della Corte di giustizia per un produttore con vigneti a 70 km

Redazione Ansa

Un viticoltore può indicare la propria azienda viticola anche se la pressatura avviene nei locali di un altro viticoltore. Lo ha stabilito la Corte di giustizia Ue, precisando comunque che solo il viticoltore che indica il proprio nome usi il torchio dato in locazione, diriga la pressatura e la controlli strettamente e in permanenza. La decisione è stata presa dai giudici a Lussemburgo sul caso di un viticoltore della regione tedesca della Mosella per vino prodotto con uve provenienti da vigneti in affitto a 70 chilometri dall'azienda, coltivati secondo le sue istruzioni. Al termine della vendemmia utilizza un impianto di locazione in locazione e in esclusiva per 24 ore per la trasformazione delle uve e trasporta nella propria azienda il vino ottenuto.

Secondo i giudici a Lussemburgo spetta alla Corte amministrativa federale verificare se i vigneti affittati a 70 km dall'azienda viticola siano coperti dalla Dop o dall'Igp di quest'ultima. Ma la nozione di "azienda" e il suo uso non sono limitati ai soli terreni di proprietà del viticoltore o in prossimità: possono estendersi a vigneti presi in affitto e ubicati altrove, purché il viticoltore ne assuma la direzione effettiva, il controllo stretto e permanente nonché la responsabilità dei lavori di coltivazione e di raccolta delle uve. Se queste stesse condizioni sono soddisfatte per quanto riguarda la pressatura in un torchio preso in locazione per un breve periodo presso un'altra azienda e purché tale torchio sia messo a disposizione esclusiva dell'azienda viticola per il tempo necessario, la vinificazione può essere considerata interamente effettuata in quest'ultima azienda. 
   

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