Rubriche

"Tornata sul Lambrusco" mette la viticoltura emiliana al centro

Confronto su fitosanitaria, sostenibilità, cambiamenti climatici

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 22 DIC - L'Accademia Italiana della Vite e del vino e il Consorzio Tutela Lambrusco hanno discusso sul presente e sul futuro della viticoltura emiliana in occasione di "Tornata sul Lambrusco", nei giorni scorsi a Modena. Un incontro che ha visto la partecipazione di accademici, istituzioni e associazioni vitivinicole per fare il punto sul Lambrusco, sui temi più attuali per la gestione del vigneto e della cantina, e su possibili scenari futuri delle bollicine rosse emiliane. Per l'Assessore all'agricoltura e agroalimentare, caccia e pesca della regione Emilia-Romagna Alessio Mammi "occasioni come queste sono importanti per discutere del futuro del nostro patrimonio vinicolo nazionale. L'Emilia-Romagna ha oggi la grande responsabilità di salvaguardare un patrimonio di 52.000 ettari complessivi di vigneti, tutelando le produzioni che sempre di più devono essere valorizzate" .
    Al centro dell'evento le diverse denominazioni del Lambrusco, una famiglia che comprende 12 tipologie varietali coltivate nelle province di Modena e Reggio Emilia su una superficie totale di 10.000 ettari. Si tratta di vini dagli stili diversi che nel corso del tempo hanno visto un'enologia in continua evoluzione.Un approfondimento è stato poi dedicato anche al ruolo primario delle antocianine nel determinare l'intensità, la tinta, la stabilità del colore e le proprietà sensoriali del vino Lambrusco. Inoltre, sono stati illustrati i risultati delle ricerche condotte sulle potenzialità antiossidanti del chitosano volte alla riduzione dell'anidride solforosa, con l'obiettivo di definire protocolli consolidati per la produzione di vini senza solfiti. "Questo dialogo tra ricercatori, accademici e istituzioni - conclude Claudio Biondi, Presidente del Consorzio Tutela Lambrusco. -è nato con l'obiettivo di discutere i possibili scenari futuri e le soluzioni derivanti da studi e ricerche che possono essere messe in campo per fronteggiare le diverse sfide nella produzione vinicola. Sono tutti temi molto sentiti dai viticoltori del territorio: dalla necessità di applicare moderne biotecnologie in vigna, all'adozione di un miglioramento genetico per una maggiore sostenibilità così come lo sviluppo di nuove strategie per favorire l'adattamento ai cambiamenti climatici. Per questo motivo risulta necessario un confronto e un dialogo vivo e costante con la ricerca e la sperimentazione, affinché si possano adottare quanto prima soluzioni all'avanguardia". (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it