E' ancora primato per gli Usa nella classifica mondiale dei consumi di vino, con oltre 30 milioni di ettolitri, sebbene in leggero calo rispetto agli anni precedenti. Il paese rappresenta anche il principale importatore, con un valore di acquisti superiore ai 6 miliardi di euro, anche se in calo dell'11% rispetto all'anno precedente.
È la fotografia scattata dal Report che Nomisma Wine Monitor dedica al Nord America, analizzando le performance del vino italiano negli Stati Uniti e in Canada. La Francia si conferma il primo partner commerciale, con oltre il 37% della quota di mercato, cui segue l'Italia con oltre il 30%, il cui valore di esportazioni è sceso al di sotto dei 2 miliardi di euro (-11,4%).
"Sia negli Usa sia in Canada - segnala Denis Pantini, responsabile di Nomisma Wine Monitor - si assiste ad un calo delle importazioni dovuto a diversi fattori: eccesso di acquisti sopra la media nel 2022 da parte di importatori che ha generato un overstock, stretta monetaria della Fed che ha ridotto la capacità di spesa dei consumatori e una maggiore attenzione a tutto ciò che può essere considerato healthy". Considerando il vino imbottigliato, ad esclusione dello spumante, le importazioni diminuiscono a valore e a volume. Francia e Italia si spartiscono quasi equamente i 2/3 della quota di mercato, seguite da Nuova Zelanda, Spagna e Australia. In Canada l'import del vino imbottigliato è in calo a valore (-15,2%). In questo segmento, la Francia raggiunge la prima posizione nella classifica dei partner commerciali, scalzando gli Stati Uniti: i due Paesi si spartiscono quasi il 50% della quota di mercato complessiva, con l'Italia staccata di poco.