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Censis-Confcooperative, crisi vino per rialzo costi e export giù

Rigotti, "necessario uscire in fretta" dallo stallo del settore

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 10 APR - Un sentiero stretto, dal quale uscire in fretta. È quello che sta attraversando il comparto vitivinicolo italiano, chiamato a confrontarsi con diversi fattori di criticità che continuano a minare la competitività delle imprese e che rischiano alla lunga di avere impatti anche sull'indotto del settore. "Il problema numero uno si chiama costo del denaro a cui si aggiunge l'impennata dei costi delle materie prime che non registra ancora riduzioni consistenti" lamenta Luca Rigotti, presidente del settore Vino di Confcooperative in apertura della conferenza stampa organizzata da Confcooperative Fedagripesca, a Milano in collaborazione con la Regione Lombardia dove è stato presentato uno studio di settore del Censis.
    "Sui bilanci delle aziende - precisa Rigotti - pesano ancora l'onda lunga dell'incremento dei costi produttivi, ai quali si sommano gli effetti inflazionistici e soprattutto l'innalzamento del costo del denaro che sta impattando pesantemente anche sulla capacità di spesa delle famiglie, un fattore che si ripercuote negativamente pure sul consumo del vino". Lo scenario di difficoltà rappresenta per il Presidente del settore Vino di Confcooperative "una crisi strutturale, non congiunturale, con impatti differenti su prodotti e aree di produzione. A pesare sono anche i cambiamenti climatici che rendono sempre più difficile fare viticoltura". Confcooperative FedagriPesca associa 327 tra cantine e consorzi cooperativi, 100.201 soci viticoltori, 7.795 occupati per un fatturato aggregato di oltre 4,6 miliardi di euro. (ANSA).
   

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