Innalzare la qualità dell'offerta dell'enoturismo: l'effetto sorpresa dell'uscita in vigna e in cantina, infatti, sta svanendo, con quasi il 60% gli italiani che ritengono le proposte troppo simili tra loro e i wine lovers si aspettano qualcosa in più dal punto di vista emozionale. E' quanto emerge da un'indagine dell'Associazione Italiana Turismo Enogastronomico.
Occorre innanzitutto differenziare le esperienze per prolungare la durata della vacanza enogastronomica e realizzare dei pacchetti tagliati su misura in base alle fasce d'età e alle tipologie di domanda. I valori più consistenti tra le esperienze sognate ma non ancora realizzate, riguardano, in ordine: cenare a lume di candela nei vigneti, le degustazioni al tramonto, i trattamenti di benessere a tema vino e i tour in bicicletta nelle cantine. Nelle cantine a dominare la classifica delle esperienze incompiute è l'attività di team building aziendale, a sottolineare l'interesse nell'intreccio tra turismo, tempo libero e business. Dall'analisi emerge la voglia di un'offerta locale e territoriale (62,3%, coma anche di "vedere e vivere paesaggi che mantengono la propria vocazione agricola" (38,4%9.
L'incontro con la gente del luogo è più significativo per i giovanissimi. Le esperienze rappresentano un booster per la vendita diretta da parte delle cantine, dove i turisti più giovani sono più orientati a vini bianchi, bollicine e vini alternativi, mentre tra i boomer prevalgono i rossi e i prodotti più tradizionali. Sul fronte della salute, infine, il 47,9% degli intervistati ritiene il consumo deleterio per la salute individuale, il 21,5% in disaccordo mentre il restante 30,5% si mostra neutro. Interessante è lo spaccato generazionale. Sono soprattutto i giovani adulti a mostrarsi d'accordo (35-44: 50,3%, 45-54: 52,9%), al contrario i più giovani tendono a non condividere questa opinione (36,8%).
Enoturismo, offerte troppo simili per il 60% serve un nuovo passo
Associazione Turismo Enogastronomico, effetto wow sta svanendo