- Il tema dell'insularità al centro dell'evento "Nutrire l'incontro 2024" che sul confronto Italia-Spagna in tema vino ha selezionato le testimonianze della produttrice siciliana Arianna Occhipinti, e di Carmelo Peña, viticoltore a Le Canarie. Un appuntamento tenutosi nei giorni scorsi a Roma, da una idea del gastronomo Carles Tarrassó con il patrocinio dell'Ambasciata di Spagna in Italia, della Reale Accademia di Spagna a Roma e dell'Instituto Cervantes di Roma.
"Siamo di fronte - ha detto Tarrassó - a due viticoltori giovani, dotati di talento e sensibilità e con un un approccio simile al vigneto basato su interventi minimi, sul rispetto per la pianta e per il suo territorio nonché sulla ricerca di un vino vivo. Due viticoltori che hanno scelto di lavorare con varietà autoctone, a volte poco conosciute, molto spesso atte a produrre piccole quantità e quindi ad essere fuori dai grandi circuiti di distribuzione. Per farsi conoscere hanno dovuto perciò lottare ma anche grazie a questa nuova generazione di giovani laureati tornati nei territori di origine, al Sud, per lavorare in vigna, gli enoappassioanti riconoscono chi ha sempre puntato sulla qualità e contribuisce alla riscoperta del tributo che la Sicilia ha dato e darà alla mappa vinicola mondiale, Due storie insulari con vini che sono figli di terreni molto diversi, strappati alla forza dei vulcani e del vento e invitano ad esplorare terrazzamenti e la strada provinciale 78 fino alla soglia di Vittoria" in provincia di Ragusa.
Arianna Occhipinti è intervenuta all'interno della sessione Territorio e Biodiversità promuovendo la degustazione di quattro delle sue dieci etichette di contrada e ispirate all'idea di "armonia", che contempla la pluricoltura, in cui la natura intera nella sua completezza si aiuta e diventa più resistente. I vini sono prodotti tutti nei territori di Vittoria da piante di età variabile (dai 7 a 70 anni circa), su suoli difficili e a scarsa produttività. Le uve, coltivate in regime di agricoltura biologica o biodinamica, sono trasformate in cantina in maniera naturale, senza intervento di addizione o sintesi chimica da parte dell'uomo.
"In presenza di una biodiversità ricca i vini sono più buoni" sostiene Arianna Occhipinti, fondatrice dell'omonima azienda, sottolineando il "rapporto di interdipendenza totale tra il vino e la natura: il vino è un collante ideale che fa sì che una biodiversità possa svilupparsi e diventare un elemento di valore di per sé, per il prodotto stesso e per il benessere della collettività".