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Vino, l'export chiude l'anno con oltre 8 miliardi (+4,5%)

Stime Nomisma, mercato nazionale ancora giù in volumi nella Gdo

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 03 DIC - Il 2024 del vino italiano, pur tra tensioni geopolitiche e rallentamenti economici, dovrebbe chiudersi con un export a +4,5%, arrivando a oltrepassare la soglia degli 8 miliardi di euro. Sono le stime di fine anno di Nomisma Wine Monitor, dopo un 2023 in leggero calo sul fronte dell'export a valori e un mercato nazionale sotto 'effetto inflazione', che ha portato ad una riduzione delle vendite in quantità di vino nella Grande distribuzione di quasi il 3%; calo che prosegue anche nei primi 9 mesi del 2024 con -1,5%, difficilmente recuperarabile entro Capodanno. Una riduzione coinvolge fermi e frizzanti, più pesanti nell'e-commerce, cmentre ontinuano a spiccare gli spumanti con crescite a volume in tutti i canali di vendita, per quanto risulti ancora evidente l'impatto del carovita sulle tasche degli italiani che, nella scelta delle bollicine, stanno privilegiando gli spumanti generici, più economici, ai danni di quelli Dop.
    Secondo il Report di Nomisma sulle importazioni nei principali 12 mercati mondiali, che rappresentano oltre il 60% del valore degli acquisti globali, alla fine del terzo trimestre il valore aggregato è sceso del 2,6%. A sostenere le vendite all'estero, anche quest'anno sono gli spumanti e, in particolare dal Prosecco (2 bottiglie su 10 di vino italiano riguardano questa denominazione). "L'export di vino italiano è influenzato da numerosi fattori di carattere geopolitico ed economico che stanno portando le imprese ad una maggior diversificazione dei mercati presidiati", sottolinea Denis Pantini, responsabile Wine Monitor di Nomisma, evidenziando anche che "il rischio di dazi aggiuntivi sulle importazioni negli Stati Uniti potrebbe generare impatti indiretti nelle vendite anche in altri mercati importanti come quello tedesco".
    Si registrano, infatti, variazioni negative in Germania in primis, ma anche Svizzera, Francia, Norvegia), mentre stanno emergendo crescite a doppia cifra percentuale in Austria, Irlanda, Brasile, Romania, Croazia e Tailandia. (ANSA).
   

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