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Ovse, bollicine salvano il mercato italiano e l'export

Fatturati case spumantistiche in crescita ma green non fa presa

Ovse, bollicine salvano il mercato italiano e l'export

Redazione Ansa

 "Le bolle salvano consumi e export": per Giampietro Comolli, fondatore in UniCatt dell'Osservatorio mercati consumi vini e spumanti italiani, Ovse-CevesUni , "potrebbero essere le parole chiave per identificare l'andamento del mercato del vino, e le prospettive in Italia e nel Mondo". La produzione nazionale di bolle, secondo dati 2024 di Ovse e CevesUni, è in crescita di circa il 9% rispetto al 2023, soprattutto con marchi aziendali e Igt, sfiorando il miliardo di bottiglie fra tutti i tipi. Fatturati delle case spumantistiche in crescita nel 2024, viceversa cali per le aziende vitivinicole di vini tranquilli in media 4-5% con punte anche del 15%. Per tutto il vino italiano, si stima un fatturato anno alla produzione vicino ai 14 miliardi di euro, e un nuovo record export prossimo agli 8 miliardi di euro. .


    Il consumo nazionale di bollicine si presenta stazionario, e anche le bolle "green" nelle diverse versioni e tipologie non fanno presa, molto meno dell'appeal che riscuotono i vini tranquilli. Il 2024 si conferma no-wine per generazione Z, e secondo Comolli, "occorre trovare formule nuove, proporle ai giovani e comunicarle bene". Intanto le bolle tricolori rappresentano oramai il 30% dell'export totale nazionale. Si stima un +14% in valore al consumo, poco meno un + 7% in volumi, con il mondo Prosecco (tutte le etichette) che segna un probabile +10%. Perdono terreno, anche del 7 o 14% in volumi, paesi come Cina, Regno Unito, Giappone, Germania, Svizzera, Corea del sud, mentre crescono in numero bottiglie consumate Usa, Canada, Australia, Francia e la Russia, nonostante i conflitti in corso.

   A parte brand storici (Asti), il consumo di bolle italiane (Asti e Prosecco, Franciacorta e Trento) avviene principalmente fuori casa, anche se il Prosecco cresce nei consumi domestici. L'Osservatorio registra una domanda non ancora soddisfatta, anche per la tipologia bolle, di vini no-alcol, ma da definire meglio come bevande spiritose a base di uva.

    Per fine anno si presume una conferma e crescita (circa 250 milioni di bottiglie pari a più di 1,7 miliardi di euro di export), soprattutto per quanto riguarda le bolle Igt.
   

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