(ANSA) - MILANO, 19 MAR - Il vino non è in crisi per i dazi
americani e il 2026 sarà l'anno della svolta. "L'andamento
ciclico dell'economia ha sempre influenzato il consumo globale e
il quadro attuale non fa eccezione.
Il professor Jean-Marie Cardebat, dell'Università di Bordeaux,
direttore della Cattedra Wines & Spirits di Parigi lo sottolinea
presentando la ricerca accademica "Resilienza e preparazione al
prossimo ciclo di consumo globale di vino" che ha scelto Masi,
il gruppo vinicolo veronese come caso di studio.
L'analisi, condotta insieme a Davide Gaeta, professore di
economia dell'impresa vitivinicola e dei mercati agroalimentari
e competitività Università degli Studi di Verona ha esaminato
gli strumenti strategici necessari per adeguarsi ai prossimi
cicli economici del settore vitivinicolo, riscontrando, per
quanto riguarda l'Italia, "in Masi Agricola un interessante
esempio di resilienza e di capacità di competizione all'interno
di situazioni che possono rivelarsi critiche in mancanza di
organizzazione, struttura e diversificazione". "In Masi
cerchiamo di incrementare la resilienza in diversi modi, ma
soprattutto rafforzando i processi strategici di
identificazione, analisi e mitigazione dei rischi, non
distogliendo mai l'attenzione dalla nostra stella polare: il
brand. Negli anni il gruppo Masi ha attivato diverse leve
strategiche che ci hanno permesso di rispondere in anticipo
all'evoluzione dei cicli economici, trasformando le sfide in
opportunità" spiega Federico Girotto, ad Masi Agricola. "Abbiamo
lavorato - precisa - sulla sostenibilità, sull'omnicanalità
comunicativa e distributiva, e sul rafforzamento della Masi Wine
Experience, abbiamo investito nell'innovazione di prodotto, come
con Fresco di Masi, la linea di vini biologici e
nell'ampliamento del portafoglio". (ANSA).
Il vino non è in crisi per i dazi, 2026 di svolta indica ricerca
Girotto (Masi), incrementiamo la resilienza rafforzando il brand
