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A Berlino la massima retrospettiva dei 'General Idea'

Con spettacolare prestito di una collezione privata mantovana

Redazione Ansa

(di Rodolfo Calò) (ANSA) - BERLINO, 21 SET - La tappa berlinese della "finora più grande retrospettiva" mai allestita sul gruppo artistico canadese "General Idea", cui contribuisce in maniera spettacolare una collezione mantovana, viene inaugurata stasera al Gropius Bau di Berlino.
    Lo segnala il sito dell'edificio che ospita mostre d'arte, di fotografia e di architettura sottolineando che "il gruppo di artisti General Idea ha sfidato il mondo dell'arte, ma anche la società in generale, e con il loro lavoro rivoluzionario, che abbraccia 25 anni, continua a esercitare un'influenza duratura fino ad oggi". "L'esposizione presenta oltre 200 opere" realizzate "dalla fine degli anni Sessanta ai primi anni Novanta", viene aggiunto.
    Fra le opere più importanti della mostra che rimarrà aperta fino al 14 gennaio c'é la vasta "Fin De Siècle", che occupa tutto l'Atrium: centinaia di fogli di polistirolo bianco - come a formare un ambiente glaciale - e fra essi tre candide foche, prestata dalla "Graci Collection" di Mantova. Si tratta di un'opera dai molteplici significati e che era considerata dai componenti dei "General Idea" (Felix Partz, Jorge Zontal and AA Bronson) "un autoritratto, che evidenzia lo stato di disagio sofferto in quel tragico periodo" in cui tra l'altro due degli artisti morirono per Aids, ha ricordato all'ANSA una fonte informata sull'organizzazione della mostra.
    Circa il prestito mantovano, che domina visivamente nell'esposizione, la fonte ha sottolineato che "il proprietario di un'opera così spettacolare considera un dovere proprio del collezionista prestare le opere ai musei ed alle istituzioni per l'organizzazione di mostre visitabili da tutti, soprattutto quando i messaggi, che gli artisti vogliono comunicare tramite i propri lavori, sono così forti".
    La mostra itinerante, curata da Beatrix Ruf, è partita dalla Galleria Nazionale del Canada ed è passata dallo Stedelijk Museum di Amsterdam. Bronson, l'unico superstite, residente a Berlino dal 2013, in una recente intervista ha evidenziato il forte legame del gruppo con la metropoliti tedesca e il suo "leggendario sostrato gay e anarchico": vi esposero già nel 1983, poi nel 1988/'89 (con una mostra sull'Aids in una stazione fantasma della metro di superficie della città, un tempo divisa dal Muro), divenendo famosi per aver modificato il "Love" di Robert Indiana in "Aids". (ANSA).
   

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