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A Villa Giulia l'antichità accessibile come un gaming

In prestito a Berlino due lastre funerarie, un elmo e corazza

Redazione Ansa

(di Francesca Chiri) (ANSA) - ROMA, 24 NOV - Video esplicativi che mutano i loro sistemi dal mondo del gaming e del cinema e che puntano a rendere contemporanei i racconti dei miti antichi. E pannelli fisici con brevi approfondimenti, fatti con la Comunicazione Aumentativa Alternativa un metodo studiato per le persone che hanno difficoltà nel leggere testi complessi e che traduce le parole dei testi in piccoli disegni.
    E' davvero all'insegna dell'accessibilità, anzi dell'iper-accessibilità, la mostra aperta al Museo Nazionale Etrusco di Villa Giulia: "Miti greci per principi dauni", che espone 25 reperti, tra cui un importante gruppo di vasi apuli ed attici a figure rosse, restituiti dall'Altes Museum di Berlino alla fine di una felice operazione di diplomazia culturale.
    Il museo tedesco aveva infatti conservato i reperti tra le sue collezioni di antichità classica dopo averli acquistati da un commerciante di antichità: si trattava però di beni trafugati dal noto trafficante d'arte Giacomo Medici e rivenduti in Svizzera. Ora però tornano in Italia.
    "Non è stata una restituzione da poco: si tratta di oggetti tra i più apprezzati dai visitatori del nostro museo. Ma è una restituzione in linea con una politica trasparente di gestione dei beni archeologici nell'interesse comune di difenderli dal traffico illecito, dai saccheggi e dagli scavi illegali" dice l'ambasciatore tedesco in Italia Lucas Hans Dieter. E d'altra parte il rientro dei beni in Italia è a suo modo "compensato" da un programma di prestiti "di ritorno", a lungo termine, normati da un accordo culturale internazionale, grazie al quale andranno in Germania per otto anni (4+4 in realtà) alcune opere italiane provenienti dai Parchi archeologici di Paestum e Velia e dal Museo archeologico nazionale di Napoli.
    Grazie a questa operazione, che è anche di promozione della ricchezza archeologica italiana, andranno a Berlino due lastre funerarie provenienti dalle tombe dipinte dai lucani conservate nei depositi di Paestum e un elmo e una corazza custodite nei depositi del Mann: tutti manufatti datati tra il IV e il III secolo a.C.
    Le lastre funerarie, sul modello della famosa tomba del tuffatore, raccontano, una, il ritorno di un guerriero mentre l'altra raffigura scene di lotte e duelli. Lastre bellissime come le tante che raffigurano scene di vita quotidiana e di riti funebri conservate al Museo Archeologico di Paestum e che in questo caso provengono da sepolture lucane. L'elmo e la corazza, che mostra in rilievo una testa d'Atena, sono esemplari di provenienza magnogreca.
    Così come sono in parte attici e in parte apuli i grandi vasi a figure rosse, anche loro raffiguranti episodi del mito greco, esposti a Villa Giulia. Il loro racconto è stato affidato ad un innovativo progetto espositivo che non vuole lasciare indietro nessuno e che rientra, spiega il direttore generale musei e curatore della mostra, Massimo Osanna, in una linea di intervento "a cui stiamo molto lavorando al Mic" e che in questo caso, "grazie a pannelli iper-accessibili e nuove tecnologie viene declinata a 360 gradi". E infatti chi entra nelle sale dell'esposizione viene accolto in un ambiente buio in cui i vasi vengono a turno illuminati da un fascio di luce che accompagna il racconto dei miti che vi sono raffigurati. Un viaggio alla portata di tutti e dove alcuni grandi schermi si servono di sistemi mutuati dal mondo del gaming e del cinema per raggiungere meglio i visitatori, per rendere l'esperienza più contemporanea e soprattutto fruibile ad ogni genere di pubblico, anche con l'ausilio del linguaggio Lis e dei sottotitoli in inglese per gli stranieri. L'allestimento prevede anche la presenza di pannelli esplicativi con alcuni brevi approfondimenti tematici dei contenuti dei video, arricchiti dalla traduzione supportata dall' Associazione Nazionale di Famiglie e Persone con disabilità intellettive e disturbi del neurosviluppo. Testi in Easy to read e in Comunicazione Aumentativa Alternativa (CAA), destinata a persone con bisogni comunicativi complessi, che offrono la possibilità di comunicare tramite canali che si affiancano a quello orale. (ANSA).
   

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