(di Ida Bini)
(ANSA) - BARBARESCO, 18 SET - Sulle colline del Barbaresco,
tra le 6 aree appartenenti al sito Unesco dei Paesaggi
Vitivinicoli del Piemonte, nasce il celebre vino rosso a lungo
invecchiamento, una produzione di altissimo livello qualitativo.
Il territorio Langhe-Roero e Monferrato, dove si coltiva il
vitigno Nebbiolo con il quale si produce il Barbaresco, è
esposto al sole e adagiato sulla destra del fiume Tanaro: qui i
vigneti, che si alternano a zone ombrose lasciate a bosco,
disegnano le colline plasmate dall'uomo e punteggiate da
castelli, case e aziende vitivinicole. I borghi di Barbaresco e
Neive sono i punti di partenza per scoprire l'area e le sue
bellezze, celebrate da grandi scrittori come Beppe Fenoglio che
ambienta 'Il partigiano Johnny' tra le case e le rocche a picco
sul fiume Tanaro. "Montavano la guardia sugli aerei, di per se
stessi avventurosi, strapiombi sul fiume di Barbaresco. Là il
fiume, ricordava Johnny, era stretto e profondissimo, lento come
una colata di piombo, ed al gusto e alla vitalità della guardia
concorreva il mistero immanente nelle fittissime pioppete
sull'altra sponda vicinissima". E, ancora, "la ragazza abitava a
Neive, il grosso paese in fondo alla valle sovrastata da Mango,
diviso in due borghi, il soprano dominante i truci
scoscendimenti sul fiume Tanaro, il sottano dilagante dalla
collina alle rotaie della ferrovia, deserte ed inattive dal
giorno dell'armistizio". A Barbaresco la torre medievale, uno
degli edifici più riconoscibili, sovrasta l'impianto urbano
medievale con una via maestra su cui si affacciano le numerose
attività legate alla storica vocazione vitivinicola. Alcune di
queste si sono sviluppate all'interno di edifici di eccezionale
valore architettonico, come l'Enoteca regionale del Barbaresco,
allestita negli spazi della chiesa barocca dedicata a san
Donato, poi ceduta negli anni Settanta al Comune. Il
settecentesco edificio nobiliare, in passato dotato di giardini
e ampi saloni, conserva le originarie cantine sotterranee, oggi
di grande valore. Nel 1894 Domizio Cavazza, direttore della
Reale Scuola Enologica di Alba, scelse il castello come sede
della prima Cantina Sociale di Barbaresco, chiusa in epoca
fascista, poi riaperta nel 1958 come 'Cantina Produttori del
Barbaresco', ancora oggi punto di riferimento per 56 viticoltori
locali. Nello stesso anno don Fiorino Marengo riunì 19
agricoltori e fondò la 'Produttori del Barbaresco'; la prima
vendemmia venne vinificata nel cortile della casa del parroco e
le vendite registrarono un ottimo margine rispetto a quanto si
sarebbe guadagnato vendendo l'uva come si era fatto fino a quel
momento. Risale invece al 1999 la grande meridiana collocata
nella piazza centrale del paese, creata per celebrare la
coltivazione della vite e della produzione vinicola attraverso
dodici illustrazioni tratte dal 'Ruralia Commoda' di Pietro de'
Crescenzi, un antico trattato di agricoltura. Per dare massima
diffusione alla cultura del vino, il borgo ospita molteplici
manifestazioni durante l'anno, tra cui 'Il Barbaresco a tavola'
per presentare la nuova annata del vino e la kermesse 'Piacere
Barbaresco' nelle strade del paese con degustazioni, convegni e
incontri. Neive, tra i borghi più belli d'Italia, è arroccato su
un colle con le tortuose stradine acciottolate che salgono ad
anelli concentrici fino alla sommità dell'altura, dove un tempo
sorgeva un castello. Nella duecentesca casaforte dei Conti Cotti
di Ceres è conservato un importante trattato sulla viticoltura
piemontese, scritto da Francesco Cotti alla fine del XVII
secolo. Nelle immediate adiacenze si innalza la Torre
dell'Orologio, risalente al XIII secolo, e accanto si trova
l'Arciconfraternita di san Michele, un piccolo capolavoro di
metà Settecento progettato dall'architetto Antonio Borgese. Su
piazza Italia, cuore di Neive, si affacciano pregevoli palazzi
come la prima sede del Municipio con la sua facciata rococò e
Palazzo Borgese, attuale edificio comunale, dalla composizione
semplice e severa. Nelle cantine del Municipio è ospitata la
Bottega dei Quattro Vini, fondata nel 1983 da un piccolo gruppo
di vignaioli locali e ritrovo per acquistare e degustare i vini.
Anche il Palazzo dei Conti del Castelborgo rappresenta una
significativa testimonianza del legame tra l'aristocrazia
piemontese e la tradizione vitivinicola: il nobile edificio
settecentesco, infatti, conserva le originarie cantine, sede di
rinomate produzioni vinicole. Nel 1925 Serafino Levi fondò una
distilleria con alambicco a fuoco diretto; poi l'attività passò
poi ai figli Romano e Lidia che continuarono la tradizione dei
loro antenati producendo la celebre 'Grappa della Donna
Selvatica', distillato di vinacce ed erbe in bottiglie con
etichette disegnate a mano e personalizzate con disegni o
poesie. Le loro bottiglie ancora oggi sono oggetto di
collezionismo e la casa-distilleria è diventata un museo vivo e
produttivo della grappa.
Il modo migliore per scoprire il territorio è percorrere le
tante strade, tra cui spiccano il trekking intitolato 'Da
Barbaresco a Neive' per una camminata panoramica tra i filari
che segue parte del celebre e spettacolare percorso ciclo
escursionistico Barbaresco-Barolo (Bar to Bar) e la Strada
Romantica, 11 tappe per 130 km panoramici e 300 spunti
letterari.
Per maggiori informazioni: paesaggivitivinicoliunesco.it e
visitlmr.it (ANSA).
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