(di Maria Grazia Marilotti)
(ANSA) - CAGLIARI, 14 SET - A passo lento in Sardegna lungo
800 chilometri dalle coste all'interno. Cinquantaquattro tappe
tra borghi e sentieri segnati dal passaggio nei secoli di fedeli
e pellegrini e che hanno costituito le vie che legavano le
attività umane delle piccole comunità.
Dal 2 al 7 ottobre parte la seconda edizione di "Noi
camminiamo in Sardegna", progetto di rete - gode del patrocinio
del ministero al Turismo - voluto dall' assessorato regionale
guidato da Gianni Chessa in collaborazione con Terre di mezzo
editore e Gist, gruppo italiano stampa turistica. Settanta i
comuni coinvolti, 15 i percorsi, sette i cammini: Minerario di
Santa Barbara, Santu Jacu, San Giorgio Vescovo di Suelli,
Sant'Efisio, 100 Torri, le Vie dei Santuari e Francescano in
Sardegna. Otto le destinazioni di pellegrinaggio: Borutta,
Dorgali, Galtellì, Gesturi, Laconi, Luogosanto, Orgosolo e
Sant'Antioco. Occasione per passeggiate tra scenari ambientali,
storici e paesaggistici e a contatto con le comunità, con un
ritmo giusto, salutare. Tra luoghi ricchi di testimonianze
millenarie e dalla forte valenza storica, senza guardare
l'orologio ma godendo di spazi, silenzi, bellezza.
Alcuni tratti di ogni cammino saranno testati da 500 tra
esperti e giornalisti. Le loro esperienze saranno raccolte in un
evento finale il 7 ottobre a Laconi. "Ci diranno quali meritano
di essere raccontati al mondo - spiega l'assessore Chessa -
Grazie a questo progetto sono arrivati oltre due milioni del
Funt, il fondo unico nazionale per il turismo, per valorizzare
la rete dei cammini attraverso la segnaletica".
Identità, tradizioni, ospitalità le parole chiave del
progetto che coinvolge tra i partner la Conferenza episcopale
sarda con la quale la Regione ha firmato un protocollo di intesa
legato al turismo religioso per la formazione delle guide. Sono
tante le suggestioni che promettono gli itinerari. Strade che si
affacciano sul mare, antichi sentieri minerari, paesaggi di
straordinaria bellezza o lo spettacolare faraglione del Pan di
Zucchero che affiora dall'acqua lungo il Cammino di Santa
Barbara.
Ancora: "Con 100 Torri - racconta Renato Tomasi, responsabile
del settore valorizzazione territoriale della Regione - si apre
una diversa prospettiva del mare da Villasimius a Baunei. Quello
di San Giorgio invece permette una immersione tra i paesaggi
ogliastrini, per poi scoprire la cultura francescana passando
per Sanluri o Gesturi. Dal sud al nord sulle tracce di Santu
Jacu con tappe a Noragugume e Ittireddu. Un'altra esperienza
significativa è quella di Borutta per vivere assieme ai monaci
l'esperienza profonda all'interno dell'unico monastero
benedettino esistente in Sardegna".
"Un altro volto dell'Isola da godere tutto l'anno -
sottolinea Ada Mascheroni, vice presidente di Gist - in una
terra vocata alla modalità dolce nell'ottica di un turismo
sostenibile". (ANSA).
Sardegna terra di cammini, 15 itinerari testati da esperti
A passo lento lungo 800 chilometri dalle coste all'interno