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Sardegna "lenta", sulle orme di San Giorgio Vescovo

Nel 2025 sarà inaugurato il cammino da Osini a Suelli

Redazione Ansa

Lontano dal clamore della costa e dalle spiagge affollate, la storia di un santo camminatore, e di un popolo che non l'ha dimenticato, annega tra colline di ulivi e pascoli di pecore. San Giorgio Vescovo è stato il primo a guidare la diocesi di Suelli nell'XI secolo nella regione storica della Trexenta, nella Sardegna centro-meridionale. La città del santo, dove sono conservate le sue spoglie, è il punto di arrivo di un pellegrinaggio che sarà inaugurato in occasione del Giubileo 2025. Prevede cinque tappe da Osini a Suelli, ma l'obiettivo è quello di estenderlo nell'Ogliastra fino ad Arbatax e Orgosolo. Era fin lì, infatti, che il vescovo si spingeva nella sua missione evangelizzatrice.

Abbiamo provato in anteprima la seconda metà del tracciato, da Nurri a Suelli, in occasione di 'Noi camminiamo in Sardegna', evento organizzato dalla Regione autonoma insieme a Terre di mezzo editore. Ciò che colpisce è la varietà del paesaggio ad ogni tappa. Tra Nurri e Orroli si attraversa un antico bosco di lecci camminando in altura e costeggiando il lago Basso del Flumendosa con i suoi scorci mutevoli e le terrazze panoramiche.

La tappa che culmina a Siurgus Donigala, invece, attraversa colline di macchia mediterranea e pascoli di ovini, mentre l'ultima scavalla dolci declivi coltivati a frumento e ulivi. Mancano ancora la segnaletica, la valorizzazione di aree di interesse e punti di sosta, oltre a guide ambientali formate, "ma siamo concentrati e sul pezzo", assicura Massimiliano Garau, sindaco di Suelli, Comune capofila del progetto. Mettere a punto un cammino è complesso perché coinvolge territori diversi; quello di San Giorgio Vescovo vede la partecipazione di 19 Comuni. "È un progetto in costruzione - spiega il primo cittadino - stiamo lavorando sulla consapevolezza di chi abita questi luoghi, dalle amministrazioni ai pastori alle associazioni. Insieme dobbiamo far conoscere questo territorio a cui non manca nulla: natura, gastronomia, benessere".

Mentre camminiamo, incontriamo un gruppo di abitanti del posto che recita il rosario e canta strofe dedicate al santo di fronte alla fonte da cui, secondo la tradizione, sgorga l'acqua fatta zampillare da un colpo di zoccoli del cavallo del vescovo. "Gli abitanti di Suelli hanno un amore incondizionato per il loro santo - spiega Federica Porru, funzionaria comunale che ha curato il cammino - È un progetto di fede e di tradizione che ci lega spiritualmente".

Un'esperienza che non può che dirsi autentica, lontana anni luce dal fenomeno dell'overtourism, tra paesaggi dal sapore antico e piccoli borghi per nulla abituati ai visitatori, in cammino anch'essi verso una maggiore capacità ricettiva, al momento scarsa. Veniamo investiti soprattutto dal ritmo lento dei locali, diverso da quello delle città e dei 'continentali', come i sardi chiamano scherzosamente chi non è originario dell'isola. "Siamo nella Sardegna dell'entroterra, dove la maggior parte degli abitanti lavora ancora la terra - racconta Matteo Erriu, guida ambientale escursionistica della zona - Le tracce abitative risalgono a oltre cinquemila anni fa, alla cultura pre-nuragica".

Lungo il cammino si incontrano nuraghi come il Piscu, con la sua torre massiccia avvolta nel mistero. Una chicca il museo etnografico Omu Axiu a Orroli con annesso uno dei primi alberghi diffusi dell'isola. Questa zona ha ottenuto fama internazionale per i suoi centenari. Il piccolo comune da poco più di duemila anime ne ha contati 22 nell'ultimo ventennio. Giovanni Frau, ex decano d'Italia, è morto nel 2003 a 112 anni e a lui è dedicato un gigantesco murales nella piazza centrale.

"Vita di qualità e poco stress fanno sì che la popolazione qui viva piuttosto a lungo", sostiene Agostino Vargiu, proprietario del museo, che sottolinea l'aspetto sociale: "I nostri anziani non vanno mai in strutture, ma restano sempre in famiglia".

Una Sardegna da ammirare, dunque, con occhi nuovi è quella che intende promuovere la Regione attraverso l'inaugurazione di questo come di altri cammini. Pellegrinaggi per devoti che dovranno riuscire ad incuriosire anche i camminatori laici, pronti a lasciarsi sorprendere dalla cultura millenaria e dalla natura incontaminata di queste colline. 

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