L'AQUILA - Torna a splendere, a dieci anni dal terremoto, una gran parte del patrimonio di chiese e palazzi storici dell'Aquila. Ai restauri degli anni scorsi - dalla Fontana delle 99 Cannelle, terminata già nel 2010, alla Basilica di Collemaggio, nel 2017 - si aggiungono le riaperture attese nel 2019: le Chiese di San Silvestro, di San Pietro, di Santa Maria del Soccorso, la Chiesa Teatro di San Filippo, Palazzo Ardinghelli. In mezzo, facendo un sintetico excursus, ci sono state le riaperture del Palazzetto dei Nobili, della Chiesa di San Bernardino, l'apertura del Museo MUNDA, la ricostruzione della Chiesa di San Pietro apostolo a Onna, la riaccensione della Fontana luminosa, l'inaugurazione di Santa Maria del Suffragio, detta delle Anime Sante.
Molto dunque è stato fatto - oltre 25 i monumenti restaurati in questi 10 anni, 1,3 miliardi di contributi erogati - anche se molto resta da fare: in particolare sono ancora allo stato del 2009 il Duomo dell'Aquila e la Chiesa Santa Maria Paganica, come ricordano il segretario regionale dei Beni culturali, Stefano D'Amico, e la soprintendente per il cratere, Alessandra Vittorini, tracciando un bilancio del lavoro portato avanti insieme, nonostante la "grave carenza di personale". In fase avanzata il cantiere del Teatro comunale, sede del Teatro stabile d'Abruzzo (Tsa) diretto da Simone Cristicchi.
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I restauri riguardano non solo le Chiese ma anche il vasto patrimonio privato di pregio artistico e architettonico diffuso che vede circa 700 edifici vincolati: 476 all'Aquila e nelle 60 frazioni e 200 nei 56 borghi del cosiddetto cratere sismico, territorio corrispondente a un quarto della Regione Abruzzo.
Tra i cantieri in fase finale nel centro del capoluogo, che l'ANSA ha visitato, c'è quello della Chiesa di San Silvestro, edificio che con il terremoto del 2009 aveva subito danni significativi, oggi consolidata e migliorata sismicamente.
L'Aquila può essere considerata un affascinante laboratorio a cielo aperto di restauro e ristrutturazione di palazzi, Chiese e monumenti. Inoltre sono state fatte, durante questi 10 anni, preziose scoperte. Nella Chiesa di San Silvestro, ad esempio, rimuovendo gli intonaci sono rinvenuti affreschi sulle pareti laterali e, nel locale sacrestia, sono stati scoperti dipinti duecenteschi, particolare che fa ipotizzare che un primo impianto dell'edificio fosse in questa zona.
Come torna a splendere l'arte ferita
All'interno della Chiesa sono stati recuperati anche gli affreschi della Cappella della Famiglia Branconio: qui verrà ricollocata la copia della pala d'altare della Visitazione di Raffaello. L'originale si trova invece al Prado perché fu trafugato nel Seicento dagli spagnoli. Il segretariato regionale del MIBAC ha inviato una richiesta al ministro Alberto Bonisoli affinché avvii una strada diplomatica per riavere l'opera.
"E' assolutamente possibile - spiega all'ANSA l'architetto del Mibac Augusto Ciciotti, direttore dei lavori del cantiere - conciliare bellezza, arte e sicurezza sismica. La ricerca scientifica è avanzata e le esperienze dei terremoti del passato hanno consentito di mettere a punto metodologie compatibili riproponendo in molte situazioni in chiave moderna tecniche tradizionali antiche. Per questo L'Aquila oggi può ritenersi sicuramente una città più sicura di prima".
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