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Transumanza in Valle Aurina, in alpeggio con Michaela

In Alto Adige tra giovani generazioni e tradizioni secolari

Redazione Ansa

(di Ida Bini) (ANSA) - SELVA DEI MOLINI, 05 OTT - Michaela Gruber, 24 anni e un sorriso contagioso, è una contadina di Selva dei Molini, in Valle Aurina. D'inverno produce latte per i caseifici dell'Alto Adige e d'estate vive con il nonno sull'alpeggio dove ogni giorno accompagna le mucche al pascolo. In questi giorni Michaela si sta preparando alla transumanza, una tradizione secolare che coinvolge tutta la comunità montana e che sfocia in una festa collettiva ricca di colori e di tradizioni, quest'anno il 19 e il 20 ottobre. "La transumanza è il coronamento della stagione alpina - commenta Michaela - È una vera e propria riunione di famiglia, perché molte persone si prendono il tempo per passare insieme questa giornata, durante la quale vengono offerte torte, pasta fatta in casa e altre specialità. Viene organizzata una grande festa dove si suona la fisarmonica e si cantano canzoni tradizionali per celebrare la fine dell'estate sull'alpeggio". La transumanza è una vera eredità culturale: unisce il passato e il futuro, il rispetto per la natura e il mantenimento della biodiversità. E sono proprio le giovani generazioni come quella di Michaela, che promuovono una gestione sostenibile delle risorse, cioè vivono e gestiscono le attività pensando al bene del futuro, rispettando un ciclo di per sé molto semplice: "Su un suolo sano crescono piante sane che alimentano animali sani che assicurano la produzione di un latte sano", spiega in modo chiaro Michaela. Tra i suoi sogni, infatti, c'è quello di prendere in mano l'azienda agricola familiare di Selva dei Molini, rinnovandola con nuove tecnologie. Il lavoro in un'azienda agricola, infatti, richiede un ampio bagaglio di conoscenze tecniche e competenze specialistiche; in questo ambito la Federazione Latterie Alto Adige ha un ruolo di rilievo nella formazione e nella specializzazione dei produttori caseari. Nelle aree montane altoatesine la filiera del latte è il motore economico: qui il settore dà lavoro a oltre 1.100 persone organizzati in cooperative e a numerosi altri operatori attivi nell'indotto che coinvolge 4.100 famiglie di agricoltori. Michaela, che ha studiato a Tedone alla scuola professionale per l'agricoltura, l'economia domestica e agroalimentare, ha capito che occuparsi del bestiame comporta sacrifici e una vita dura ma d'altronde la sua tenacia è pari al suo amore per la natura e gli animali. "La mia giornata all'alpeggio inizia abbastanza presto, tra le 5 e le 5.30, con la mungitura delle mucche e la pulizia della mungitrice - racconta Michaela - Gli animali vengono poi portati al pascolo e, a seconda della loro motivazione e docilità, ci può volere più tempo perché il percorso è abbastanza lungo, tra 2 e 3 chilometri. Una volta che le mucche sono al pascolo, torno all'alpeggio e preparo la stalla per la sera e il pranzo; nel pomeriggio riporto le mucche alla stalla, dove vengono nutrite con fieno e cereali e munte per la seconda volta". Michaela ci tiene a sottolineare che "la cura è importante: le mucche devono avere un bel letto su cui dormire e devono essere pulite; se una manifesta sintomi di malattia, le viene prestata la massima attenzione e viene chiamato il veterinario". Trascorrere l'estate in montagna a badare alle mucche non è poi così faticoso per la giovane Michaela: "Mi piace stare in alpeggio - spiega - lì mi sento a mio agio e la montagna è il posto migliore per vivere la libertà e la bellezza della natura. E se voglio fare qualcosa in paese prendo la macchina. Qualche volta mi sposto anche per riunioni o per fare volontariato nella banda musicale locale e il cellulare mi permette di essere sempre connessa con il mondo intero e di comunicare con gli altri. Non mi pesa stare da sola, anche perché non sono mai veramente sola: gli animali e mio nonno, che di solito è in alpeggio con me, mi fanno sempre compagnia". Ora Michaela è presa per la festa della transumanza: come ogni anno deve scegliere gli ornamenti - corone con fiori freschi, nastri, campane e copricapi colorati - per agghindare gli animali e identificare la mucca che può rappresentare tutta la mandria da portare a valle; a questa viene riservata l'ornamento più vistoso e il campanaccio più importante. L'ultimo atto della transumanza è una festa per tutti dove ognuno ha un proprio ruolo e dove, nonostante l'avanzare della tecnologia, sentire lo schioccare delle fruste per scacciare gli spiriti maligni secondo la tradizione è ancora un gesto confortante. (ANSA).
   

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