MADRID - Dopo 133 anni dall'inizio della sua costruzione la Sagrada Familia non sarà più abusiva. E' il risultato dell'accordo "storico" fra il comune di Barcellona e l'ente responsabile della costruzione dell'opera di Gaudí, in base al quale la basilica pagherà nei prossimi 10 anni 36 milioni di euro.
La regolarizzazione renderà possibile l'avvio del piano urbanistico speciale della basilica, un requisito indispensabile per ottenere la licenza edilizia, reclamata dal 2016 dall'assessorato all'Urbanistica del Comune all'arcivescovato di Barcellona. Fino ad oggi, la Chiesa aveva giustificato le opere con un permesso del comune di Sant Martí de Provençals ottenuto dall'architetto Antoni Gaudí nel 1885, e aveva motivato con l'ininterrotto silenzio amministrativo quella che la sindaca Ada Colau, della lista affine a Podemos Barcelona En Comú, aveva definito "un'anomalia storica". Il bilancio annuale della basilica, fra visite e donazioni, è di 80 milioni di euro, dei quali 50 vengono destinati alle opere. Il contributo di 36 milioni di euro in un decennio, per compensare la spesa che la costruzione del monumento genera alla città, da un punto di vista formale non coprirà i costi della licenza edilizia, che saranno definiti nel primo trimestre del 2019. Servirà per "pagare le spese municipali generate dall'attività della Sagrada Familia", indicano fonti comunali.
Del totale, 22 milioni saranno destinati al trasporto pubblico, 7 alla realizzazione di accessi diretti delle fermate delle linee 2 e 5 della metro alla basilica, 4 per l'arredo urbano delle aree circostanti il tempio e per la manutenzione dello spazio pubblico. Dall'intesa è rimasta esclusa la questione più spinosa, che riguarda il completamento della facciata della Gloria della basilica, con la scalinata di accesso prevista dal progetto originario di Gaudí nell'attuale calle Maiorca, che per essere realizzata comporterebbe l'espropriazione di un intero isolato di 150 abitazioni residenziali. Per questo motivo, il responsabile comunale dell'Urbanismo, Janet Sanz, ha assicurato che la questione sarà affrontata "in una seconda fase". "Chi avrebbe detto che dopo 130 anni l'accordo l'avremmo fatto noi", ha commentato la sindaca Colau. L'intesa per il riordino dell'area della Sagrada Familia dovrà essere approvata dal Consiglio comunale al più tardi all'inizio del 2019. Ma non si prevedono intoppi sulla road map, che prevede l'ultimazione dell'opera maestra di Gaudí, iniziata dal massimo esponente dell'architettura modernista catalana nel 1882, nel giro di otto anni.
La Sagrada Familia non è più abusiva
Accordo 'storico' tra Comune, ente responsabile per costruzione