(di Daniela Giammusso)
(ANSA) - ROMA, 06 MAR - Il nome è epico e leggendario. Di
quelli che rimandano subito alle dune del deserto, che da queste
parti si colorano di arancio e rosso.
Dopo aver aperto le frontiere a quasi 50 paesi (con 5.600 visti
richiesti da settembre solo dall'Italia), l'Arabia Saudita
spalanca le porte della valle di AlUla, tesoro naturale e
archeologico di incontaminata bellezza, fino a ieri "proibito"
ai più, ora prima regione del Regno a venir aperta al turismo
globale.
"Una vera meraviglia", racconta Melanie de Souza, director
destination marketing della Royal Commission for AlUla, il nuovo
ente nato proprio per proteggere e salvaguardare questo tesoro
che ad aprile accoglierà il G20 del turismo.
Situata ad appena 325 chilometri a nord di Medina (e
raggiungibile con volo interno da Jeddah o da Riad) e grande
quanto il Belgio, AlUla per secoli è stata crocevia vitale lungo
le rotte del commercio di materie prime che andavano dall'Arabia
meridionale in Egitto e oltre. Incorniciata tra montagne di
arenaria alte fino 1.500 metri, culla dei regni Dadan e Lihuyan,
è soprattutto custode dell'antica Hegra, la capitale dei Nabatei
segnata dalla maestosità dei suoi oltre 130 monumenti funebri
scavati nella roccia, ancora perfettamente conservati.
Primo sito Patrimonio Unesco dell'Arabia Saudita, ogni anno, tra
dicembre e marzo, accoglie il Festival di musica, arte e cultura
Winter at Tantora per il quale si è esibito anche Andrea Bocelli
(37 mila spettatori da tutto il mondo nella scorsa stagione) ed
è sede dello spettacolare Maraya Concert Hall, "l'edificio a
specchio più largo del mondo" firmato da Florian Boje e
l'italiano Massino Fogliati. "Da ottobre 2020 - racconta Melanie
de Souza - sarà aperto ufficialmente al turismo internazionale,
con biglietto di ingresso".
Ma oltre a Hegra e alla città vecchia, "con le sue 900 case e
400 botteghe", tra oasi incontaminate, oltre 100 pozzi scavati
nella sabbia e i millenari dipinti rupestri, AlUla racconta un
viaggio attraverso 200 mila anni di Storia, con testimonianze
della preistoria e dell'età del bronzo e poi l'impero romano, la
presenza ottomana fino al moderno periodo islamico. Con soprese
anche per i palati più raffinati, come il Jabal Ikmah, una delle
più grandi "biblioteche a cielo aperto" al mondo con centinaia
di iscrizioni incise e in rilievo dal VI al II secolo. O
l'Elephant Rock, enorme affioramento in arenaria che l'erosione
ha modellato a forma di elefante, già destinato a diventare una
delle immagini iconiche della regione. O le colossali sculture
rinvenute a Dadan, celebre anche per la necropoli dei leoni.
Fino ad arrivare alla modernità, con la storica ferrovia Hijaz,
iniziata nel 1900 per collegare Damasco a Medina e raggiungere
la Mecca; e la Riserva naturale di Sharaan nata, invece, per la
salvaguardia delle specie in pericolo in estinzione, con
particolare attenzione al leopardo arabo che di AlUla è
originario.
Per sostenere il progetto, la Royal Commission for AlUla,
racconta Melanie de Souza, prevede un investimento di "20
miliardi di dollari entro il 2035" con un impatto cumulativo sul
Pil di 32 miliardi e la creazione di 38mila posti di lavoro. Se
oggi le camere disponibili sono ancora solo 300 (si va da resort
con tende e ville a camper versione luxury), altre mille saranno
disponibili entro la fine del 2022 e diecimila entro il 2035,
quando si prevede l'arrivo di due milioni di visitatori l'anno
(37% internazionali, 10% regionali e 53% saudita). Per servirli,
anche l'aeroporto della zona si prepara a un'espansione che
consentirà di accogliere 400 mila passeggeri l'anno e voli
internazionali diretti. Tutto, però, con massima attenzione a
uno sviluppo sostenibile e integrato, a partire dalle comunità
locali. Già avviato, tra le molte iniziative, un programma di
borse di studio internazionali con oltre 450 giovani che
studiano ospitalità, archeologia, turismo. E poi formazione di
chef, Park Ranger e guide locali. Primo tour operator italiano
pronto a lanciare pacchetti per la nuova destinazione è Viaggi
del Mappamondo. (ANSA).
AlUla, la valle segreta degli antichi Nabatei
Sito Unesco, 1/a meta aperta a turismo globale in Arabia Saudita