Come un inno allo storico gemellaggio che unisce Roma e Parigi. Per la sua riapertura, dopo oltre un anno di lavori sotto la supervisione dell'Institut de France, il Musée Jacquemart-André presenta dal 6 settembre e fino al 5 gennaio 2025 una quarantina di capolavori della Galleria Borghese, il museo romano tra le istituzioni culturali più belle e importanti al mondo, nel cuore del celebre parco capitolino.
"Per la prima volta si ha la possibilità di visitare all'estero la collezione di Scipione Borghese", dichiara in una nota Francesca Cappelletti, direttrice della Galleria Borghese che ha curato l'esposizione insieme a Pierre Curie. "È come se la collezione che Scipione Borghese riunì all'inizio del Seicento viaggiasse a Parigi, qualcosa che, all'epoca barocca, avrebbe suscitato grande entusiasmo, anche tenuto conto dell'aura della collezione già dal 1620", aggiunge l'esperta, assicurando che ciò che attende i visitatori è nientemeno che una "vertigine: opere eccezionali, Raffaello, Caravaggio, Bernini... provenienti da un altro contesto". Rivolgendosi al pubblico d'Oltralpe, Cappelletti spiega che la Galleria Borghese "è unica perché da ancora l'idea della collezione barocca che attraversa le epoche, diventando inoltre un luogo meraviglioso del neoclassicismo europeo. Spazio prossimo ad una macchina del tempo, dove si trova l'antichità classica romana, la grande pittura del Rinascimento e del Barocco, in mezzo ai marmi, agli affreschi, alle decorazioni originali che accompagnano le opere.
Resta anche l'esempio di un luogo come esisteva all'epoca: la villa fuori le mura. Un luogo di ritiro e concentrazione sulla bellezza delle arti, prima espressione di museo come centro di ricreazione dello spirito e apprendimento". In mostra a Parigi capolavori assoluti come 'Il fanciullo col cesto di frutta' di Caravaggio, Il 'Ritratto d'uomo' di Antonello da Messina, 'La Dama col Liocorno' di Raffaello, 'Venere che benda amore' di Tiziano. Ma l'esposizione sarà anche l'occasione di rendere omaggio a pittori meno noti Oltralpe, come Annibale Carracci, Guido Reni, il Cavalier D'Arpino e Jacopo Bassano. A tenere compagnia ai dipinti provenienti dall'Italia, ci sono quelli della collezione permanente del Musée Jacquemart-André, tra le più notevoli collezioni rinascimentali presenti fuori dal Belpaese, tanto da renderlo un museo "quasi italiano".
Donato nel 1912 dalla collezionista e pittrice Nelie Jacquemart-André all'Institut de France, il palazzo-museo del Boulevard Haussmann, a due passi dall'Arco di Trionfo, era rimasto chiuso al pubblico dal primo settembre scorso per lavori di restauro. La campagna ha riguardato, in particolare, la monumentale scalinata a doppia elica, il fumoir e l'affresco della sala da pranzo dipinto da Giambattista Tiepolo in origine per Villa Contarini, a Mira, in provincia di Venezia, poi rimosso e rimontato in Francia. Oltre alla ricca collezione permanente, con tanti dipinti del Rinascimento italiano, il museo ospita regolarmente mostre temporanee come quella dell'anno scorso consacrata a Giovanni Bellini. L'istituzione spera ora di poter tornare ad accogliere nel migliore dei modi i circa 400.000 visitatori annuali provenienti da tutto il mondo, rispettando il testamento e la volontà dei collezionisti, Nelie Jacquemart e Édouard André, a cui si deve questo prezioso scrigno dell'arte europea nel cuore di Parigi.
A Parigi i capolavori della Galleria Borghese
Il Musée Jacquemart-André riapre con una grande mostra italiana