(di Mirco Paganelli)
È un'apparizione nel cuore dell'Oceano Atlantico, fuoriesce
tra le nebbie come una leggenda. L'arcipelago di Madeira, più
vicino al Marocco che all'Europa, è stato scoperto prima dai
fenici e poi dai portoghesi, a cui tuttora appartiene.
L'acqua è onnipresente, dalla costa alla montagna, e attorno
ad essa è stata forgiata la cultura locale. Il posto giusto per
carpirla è il prezioso Museo Etnografico, poco distante dal
capoluogo Funchal. "La vita sull'isola era molto dura, per noi è
importante trasmettere questo messaggio alle nuove generazioni,
per non perdere le nostre tradizioni", ci spiega la guida Jenie
Camacho.
Il clima dell'isola è sempre mite ed è dunque perfettamente
visitabile in ogni stagione, nonostante il picco di turisti sia
a luglio e agosto quando può risultare difficile trovare una
camera last minute. Le strade sono ripide e richiedono ottime
doti da guidatori. L'isola è infatti un giardino galleggiante
sormontato da vette vulcaniche appuntite sulle cui pendici si
srotolano gli antichi canali d'acqua, le levada, percorribili
grazie a sentieri di trekking. Ed è questa l'esperienza che più
ci ha affascinato insieme ai percorsi tradizionali, le verada.
Non incamminarsi mai senza avere prima consultato il portale
visitmadeira.com per verificare il loro stato di apertura. Nel
momento in cui scriviamo, del sentiero più celebre da Pico do
Arieiro a Pico Ruivo è possibile percorrere solo il primo tratto
di un chilometro e mezzo che regala in ogni caso panorami da
riempire ricordi per decenni. Il primo picco si affolla ogni
mattina di amanti dell'alba, l'esperienza più gettonata
dell'isola. Un consiglio? Presentarsi in cima un'ora prima del
sorgere del sole per evitare code.
Dal capoluogo ogni punto dell'isola è raggiungibile in meno
di un'ora. Questo ci ha dato la possibilità di provare quattro
levada e due verada in quattro giorni.
La Levada do Caldeirão Verde ci ha affascinato per la sua
natura superba. La cascata finale precipita in un laghetto dove
solo i più temerari riescono a fare il bagno (ci siamo riusciti
stringendo i denti). Ma la più nota dell'isola è la Levada das
25 Fontes, anch'essa dal paesaggio sublime che attrae talmente
tanti visitatori dal renderla in più punti piuttosto affollata.
Vi suggeriamo piuttosto quella Dos Cedros dove potersi godere al
meglio i silenzi della foresta di laurissilva (patrimonio
Unesco) con finale nella pittoresca foresta di Fanal dove i
nodosi rami centenari ricoperti di licheni emergono dalle nebbie
componendo un dipinto dal quale non ci si vorrebbe più separare.
Gradevole e agevole per famiglie la levada Dos Balcões.
Imperdibile, poi, il sentiero ad anello di mezza giornata
della Ponta de São Lourenço, la penisola orientale di Madeira,
con le sue scogliere aride a picco sul mare e i panorami a 360
gradi sull'Atlantico. Per rinfrescarci, e fuggire anche qui
dalla folla, abbiamo scelto le acque color zaffiro
dell'appartata Praia do Sardinha.
Ma l'isola va scoperta anche a tavola, tra i locali della
frenetica ed amabile Funchal e nei borghi marini come Ponta do
Sol, il vecchio paesino di pescatori. Il piatto tipico di
Madeira è il pesce spada con banana e maracuja, tutti e tre
prodotti locali. E sono proprio i frutti tropicali una delle
scoperte che più ci hanno colpito dell'isola, dato che quasi
nessuno viene esportato e solo qui può essere gustato.
Intriganti gli innesti, come la banana-maracuja, la
banana-ananas e il mango-pesca. Il Mercado dos Lavradores è
celebre per gli assaggi, tuttavia non è il posto più economico
dove fare scorte di frutta.
Di certo più celebre della frutta di Madeira è il suo figlio
prediletto, Cristiano Ronaldo, che da qui ha intrapreso la sua
carriera stellare. Per celebrarlo, l'isola gli ha dedicato,
oltre all'aeroporto, anche un museo e una statua, entrambi sul
porto.
I tuffi più divertenti dell'isola? Quelli nelle piscine
naturali tra le scogliere della costa nord. Le più frequentate
sono quelle di Porto Moniz, ma noi abbiamo preferito la più
sonnecchiante ed altrettanto suggestiva Seixal. Chi cerca invece
chilometri di sabbia dorata dove non stancarsi mai di
passeggiare al sole, troverà nell'isola sorella di Porto Santo
il proprio angolo di paradiso. Fra le sue acque azzurre ci
perdiamo in un ricordo dal sapore denso come il vino invecchiato
di Madeira, sopra un frammento di Atlantide che galleggia tra
sogno e realtà.
Ma c'è tempo per un'ultima perla, il giardino tropicale di
Monte Palace, che con le sue centinaia di piante da tutto il
mondo, le architetture orientali e le sale espositive è di fatto
un vasto museo a cielo aperto. "Sono andata a vivere a Londra,
ma ho sentito il bisogno di tornare a Madeira, la mia terra
d'origine - ci racconta Alexandra Gomez mentre spiega i segreti
del giardino a un gruppo di studenti -. Non cambierei
quest'isola con nessun altro posto al mondo". (ANSA).
Madeira, il giardino galleggiante dove è sempre primavera
Nell'arcipelago atlantico tra foreste tropicali e spiagge dorate