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Assoviaggi, turismo organizzato frena per le feste -5,4% su 2022

Pesano inflazione, caro-voli e instabilità geopolitica

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 15 DIC - Inflazione, tariffe elevate e conflitto in Medio Oriente raffreddano le partenze per le prossime festività natalizie. Saranno quasi 500mila gli italiani che quest'anno si metteranno in viaggio durante le feste con un pacchetto vacanze completo prenotato presso le agenzie di viaggio, di cui 286mila raggiungeranno una destinazione internazionale. Un numero che sale a circa 2 milioni se si considera pure chi ha acquistato anche solo un servizio - dai biglietti ai servizi turistici - in agenzia, circa 114mila in meno rispetto al 2022 (- 5,4%). Emerge dall'indagine realizzata dal Centro Studi Turistici di Firenze per Assoviaggi Confesercenti, su un campione di 523 imprenditori del turismo organizzato.
    Al primo posto tra le tipologie di vacanza maggiormente ambite per le festività natalizie ci sono le capitali europee (61,3%), seguite dalle città d'arte italiane (52,3%), mentre il mare esotico e i viaggi intercontinentali sono scelti rispettivamente dal 45% e dal 36,9% del campione.
    "Il 2023 è partito bene per agenzie di viaggio e tour operator, con risultati più che soddisfacenti nella prima parte dell'anno", spiega il presidente di Assoviaggi Gianni Rebecchi.
    "Nella seconda parte, però, non sono mancate le difficoltà.
    L'86,6% delle imprese intervistate ha percepito chiaramente gli effetti di inflazione e caro-voli sui clienti di fascia media, che hanno scelto viaggi di minor durata o addirittura rinunciato al viaggio. Secondo una nostra rilevazione, infatti, emerge che per un volo Milano-Palermo ora ci vogliono più di 500 euro mentre per un biglietto aereo per la Calabria si arriva addirittura a superare i 700 euro di spesa: cifre che rendono difficile, se non addirittura impossibile, il rientro in famiglia di lavoratori e studenti fuori sede per le feste natalizie. Anche la guerra in Medio Oriente ha avuto un forte impatto: tanti gli annullamenti verso Paesi come Egitto e Giordania, non coinvolte nel conflitto e tra le più prenotate nei primi dieci mesi dell'anno, e numerose le richieste di modifica della destinazione. Pesa anche l'effetto "insicurezza" generato dal conflitto". (ANSA).
   

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