(ANSA) - ROMA, 19 MAR - Il lavoro nel turismo è per il 70%
irregolare, per il 60% a tempo parziale, per il 55% a chiamata,
per il 40% precario e per il 20% stagionale; le retribuzioni
sono notevolmente inferiori rispetto alla media degli altri
settori economici e produttivi: l'80% dei lavoratori è
inquadrato ai livelli più bassi dei Contratti nazionali di
lavoro di settore. Per questo è importante FareTurismo, evento
nazionale dedicato alla formazione, al lavoro, alle politiche
turistiche, ideato e organizzato dalla Leader srl e giunto alla
23/a edizione che si terrà all'Università Europea di Roma da
mercoledì 20 a venerdì 22 marzo 2024 con 2.
La pandemia aveva sottratto nel 2022 ben 300mila lavoratori
al turismo, in quanto il lungo periodo di chiusura aveva
determinato l'esodo verso altri settori o il ricorso a sussidi
statali; in aggiunta, la precarietà maggiore nel turismo (41%)
rispetto al mondo del lavoro in generale (22%) e la cospicua
quota di impieghi stagionali (14% contro il 2%) hanno sempre
richiesto "normalità" e qualità del lavoro sia attraverso il
costante aggiornamento professionale per gli occupati che la
certificazione delle competenze per i neo addetti. Inoltre hanno
complicato il quadro le retribuzioni poco interessanti, ma
soprattutto il disinteresse da parte del mondo giovanile ad
accettare sacrifici nei fine settimana e nei mesi estivi.
Tra gli appuntamenti di mercoledì anche quello con il
ministero dell'Istruzione e del Merito che presenterà la riforma
dell'istruzione tecnico-professionale con l'introduzione del
nuovo modello 4+2. Inoltre giovedì 21 marzo alle ore 15 si
svolgerà il forum degli Osservatori turistici in considerazione
dell'imminente operatività dell'Osservatorio nazionale del
turismo (Ont), incardinato per la prima volta al ministero del
Turismo. Sempre giovedì il forum dei responsabili delle risorse
umane sulla difficoltà nel reperire manodopera qualificata,
sulle opportunità che possono offrire i lavoratori extraeuropei,
sulla considerazione negativa causata da salari non
remunerativi, sull'opportunità di usufruire del nuovo decreto
sui flussi migratori, sulla riduzione del cuneo fiscale e sulle
politiche di detassazione e/o decontribuzione sulle
maggiorazioni per il lavoro festivo e notturno e
sull'allungamento dei contratti stagionali, sulla
digitalizzazione dei processi e dei servizi nel nuovo mercato
del lavoro. Su 19 contratti nazionali di settore scaduti da anni
la metà riguarda il turismo e il suo indotto, aspetto alquanto
delicato per le politiche di lavoro del settore e circostanza
che non gli dà credibilità oltre che fiducia in quanti
desiderano investire il proprio futuro professionale. (ANSA).
A FareTurismo a Roma 2.000 colloqui, trend e prospettive
Lavoro nel turismo 70% irregolare, 40% precario, 20% stagionale