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Assobalneari, 3 italiani su 4 al mare scelgono lo stabilimento

A convincerli pulizia e sicurezza. Per l'8.1% troppo costosi

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 LUG - Il mare si conferma la prima scelta per le vacanze estive degli italiani. Ma piacciono anche le città d'arte, visitate da quasi sette persone su dieci (66,8%), mentre la montagna si ferma al 51,9% delle preferenze. E non mancano tra le opzioni anche collina (49,3%) e lago (42,6%), seppur meno gettonate. Lo si legge in 'Tutti al mare! Gli italiani e gli stabilimenti balneari', una ricerca commissionata da La Base Balneare con Donnedamare e Assobalneari Italia e coordinata da Daniele Marini, professore dell'università di Padova.
    Tra chi passa le ferie al mare, il 74,4% sceglie gli stabilimenti balneari. Solo l'8,1% dichiara di non frequentarli perché troppo costosi, mentre quasi 4 milioni di italiani affermano di non potervi accedere perché pieni o assenti.
    La durata media della vacanza in queste strutture è di 13 giorni circa, anche se il 43,4% vi rimane meno di 6 giorni. Sono tre i fattori che spingono gli italiani ad andarci: pulizia e manutenzione (88,7%), tutela contro i furti (86,6%) e sicurezza garantita in mare (84,5%). In quasi sette casi su dieci è apprezzata anche l'accessibilità per le persone diversamente abili (67,7%). Sette vacanzieri su dieci sono soddisfatti dalle attrezzature (73%) e la pulizia della spiaggia (69,9%).
    Gli italiani riconoscono anche il valore degli stabilimenti balneari. Per più di 2 intervistati su 3, vanno sostenuti perché contribuiscono alla crescita del turismo e per il 57,9%, sebbene utilizzino privatamente uno spazio concesso dallo Stato a fronte del pagamento di un canone, contribuiscono alla crescita dell'economia del territorio. Per ogni euro speso in spiaggia se ne generano 2,36 attraverso altre attività come ristorazione, shopping e altri servizi.
    Inoltre, circa due terzi degli intervistati (65,3%) riconosce il ruolo delle strutture anche nella salvaguardia di patrimonio marittimo e sostenibilità ambientale, mentre per il 62,8% le attività di gestione dei litorali sono equiparabili ad un servizio per la collettività, ad esempio attraverso la pulizia delle spiagge. (ANSA).
   

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