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Con Roots-In Matera capitale del turismo delle radici

Seconda edizione con 90 buyer, quest'anno anche dall'Australia

Redazione Ansa

Matera si prepara a diventare per due intensi giorni la capitale del turismo delle radici, ovvero quel tipo di viaggio che riporta gli emigrati italiani di prima, seconda, terza generazione ai luoghi, non tanto grandi città quanto paesini piccoli e sperduti in Italia, dove è iniziata la storia della propria famiglia grazie a Roots-In, Roots Tourism International Exchange, fiera internazionale di riferimento che torna in Basilicata per la seconda edizione il 20 e il 21 novembre.
    "Siamo orgogliosi del grande successo e dei numeri dello scorso anni - spiega all'ANSA Antonio Nicoletti, direttore generale di Apt Basilicata - ma puntiamo a migliorarci ancora. Saranno una novantina gli ospiti buyer stranieri (provenienti da Nord America, Sudamerica, Europa e per la prima volta dall'Australia) molti accompagnati anche da influencer del proprio paese, che verranno in contatto con altrettanti seller italiani negli oltre duemila incontri previsti negli spazi espositivi. Ci saranno poi le regioni dal Nord al Sud e molti privati come agenzie, tour operator e molto altro".
    Oltre al forum di apertura che darà i numeri del turismo delle radici - secondo i calcoli di Confcommercio con Swg sono ben 60 milioni gli italiani che risiedono all'estero e i loro discendenti che prima o poi torneranno o lo hanno già fatto in un viaggio emozionante e senza paragoni nella terra dei loro antenati ma ci saranno anche ricerche dell'univesità della Calabria -, il vero asso nella manica di Roots-In sono i Lab ovvero i laboratori. "Per favorire lo sviluppo di un'offerta qualificata - aggiunge Nicoletti - abbiamo messo in campo 50 relatori che tratteranno il tema. Ci sarà chi parlerà di memoria, chi di intelligenza artificiale applicata alla ricerca genealogica, ci saranno incontri sul marketing del ricordo, progetti sull'insegnamento della lingua italiana. Uno dei più interessanti è quello sul rapporto con la musica degli italiani all'estero. Si parla spesso della lingua italiana, spesso del rapporto con il cibo ma non tutti sanno che molte storie legate all'migrazione degli italiani sono connesse con la musica. Da Piazzolla a tutti gli altri, quanti nostri connazionali erano musicisti emigranti... Dalle nostre parti c'è la tradizione dell'arpa di Viggiano, piccolo paese della Val d'Agri, suonata ad orecchio, tramandata di padre in figlio ed esportata poi in tutto il mondo". L'anno prossimo inoltre è l'anno delle radici italiane nel mondo, progetto Pnrr su cui già il ministero degli Esteri lavora da tempo: "La Direzione Generale Italiani all'Estero - dice Nicoletti - presenterà il programma del 2024, ci saranno anche i rappresentanti di tutti quei gruppi locali che il ministero ha selezionato in tutte le zone d'Italia. Poi il progetto è realizzato con l'aiuto dell'Enit che ci ha aiutato a selezionare i buyer in tutto mondo, che verranno accompagnati dai referenti dell'Ente del turismo italiano e quindi avremo anche esperti che ci parleranno delle preferneze, delle tendenze dei mercati di riferimento da New York a Buenos Aires".
    Infine Nicoletti ricorda che "il viaggiatore delle radici non mette al centro del suo viaggio grandi luoghi ma spesso paesini piccoli e poco conosciuti, non viaggia in alta stagione, è anche disposto ad assumersi maggiori difficoltà negli spostamenti pur di raggiungere il cuore di questo tipo di viaggio che è emozionale. E per paradosso anche una chiesa dove sono conservati dei certificati di battesimo di un trisavolo oppure un cimitero possono diventare meta di viaggio. Questo ribalta completamente la modalità di viaggiare. Come diceva il sociologo Marc Augé il viaggio per scoprire le proprie origini è un viaggio sia nello spazio che nel tempo, è un viaggio verso se stessi. Non è un caso genera molte altre opportunità sui territori in cui avviene e per questo ci focalizzaremo anche rapporto tra le radici e il destino dei borghi". (ANSA).
   

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