MATERA - Se come dice Franco Arminio nei suoi versi la Lucania "non è una regione/è un riassunto del sistema solare", ogni paesino sperduto in una delle regioni italiane - dal Veneto alla Calabria, dal Molise al Piemonte - può diventare così importante per un turista che non sta facendo un semplice tour ma un viaggio alla ricerca delle sue origini, delle radici dei suoi antenati. Se ne parla in tutte le declinazioni possibili nella prima densissima giornata di Roots-In, la borsa internazionale del turismo delle origini in corso a Matera, che si apre con il messaggio del ministro degli Esteri Antonio Tajani che invita a lavorare tutti uniti e promette di unire le forze del Maeci a quelle dei piccoli comuni, al di fuori del turismo di massa, in vista del 2024, anno delle radici italiane nel mondo.
"Roots-In che torna per la seconda edizione dopo il successo dello scorso anno - dice Tajani - testimonia il crescente interesse del turismo delle radici per il nostro Paese e per gli 80 milioni di italiani e italodiscendenti".
Secondo quanto testimonia lo studio presentato da Alberto Corti di Confcommercio in collaborazione con Swg si tratta di un bacino di 60 milioni di persone che vogliono riscoprire le proprie origini che potrebbero generare una spesa annua in Italia molto vicina a 8 miliardi di euro.
Secondo Arminio, poeta ma anche paesologo, "dobbiamo credere nel turismo delle radici, è un'idea bellissima ed è incredibile che gli scorsi anni non ci abbiamo pensato, è scandalosa questa rimozione". Arminio continua: "Il mondo è fatto di gente che sta da sola. L'hanno scritto anche in America i responsabili della Sanità: abbiamo un pandemia di solitudine. Qual è la risposta? E' il Paese, l'attaccamento alle radici".
Secondo Giovanni Maria de Vita, responsabile del turismo delle Radici del ministero degli Affari esteri e della Cooperazione internazionale, "questo segmento dà l'opportunità di creare reddito e occupazione anche in zone economicamente problematiche. Possono anche legare i giovani ai territori e bloccare inoltre flusso di partenze". Lo testimonia anche Antonio Nicoletti, direttore dell'Atp Basilicata: "Abbbiamo avuto grandi crescita di turisti internazionali dai mercati interessati dal turismo delle radici: solo dagli Usa un +44%".
"L'Italia - dice Beppe Covertini, attore, conduttore della Rai - è bellezza in ogni angolo, in quello che vediamo, respiriamo, mangiamo. Dobbiamo essere fieri di essere italiani, non pensare che l'erba del vicino è sempre più verde. Noi viviamo nel posto che tutto il mondo vorrebbe visitare, figuriamoci se gli oriundi non vogliono tornare...".
"Raccontando le storie, raccontando la memoria dei luoghi - spiega il regista e direttore artistico e creativo Davide Rampello - si cambia l'immaginario della gente, gli si dà opportunità di vita perché sono le storie e le parole che danno vita. Sono il frutto delle relazioni e dei ricordi (parola bellissima che contiene a suo interno la parola cuore)".
Infine Giancarlo Dall'Ara, esperto di marketing, testimonia come il turismo delle origini ha provocato due grandi rivoluzioni: "La prima riguarda una nuova geografia del turismo, prima c'erano le località cartolina, i grandi must. Con questo turismo al primo posto ci sono i borghi, purché questi si attrezzino. E la seconda rivoluzione riguarda i prodotti: cosa cercano le persone che tornano o i loro discendenti? Vogliono andare all'anagrafe, parlare con il parroco, visitare i ruderi e il cimitero che una volta non si poteva neanche nominare...
Vogliono parlare con la gente del posto al bar del paese. E pensate alla delusione di non trovare il vecchio bar, la bottega ma trovare un cosa che assomiglia all'autogrill...". (ANSA).
Arminio, turismo delle radici contro pandemia solitudine
Tajani, '80 milioni di italodiscendenti, lavoriamo uniti'