(di Ida Bini)
(ANSA) - TRICARICO, 25 GEN - Simbolo della più antica civiltà
rurale e della cultura della transumanza, il carnevale in
Basilicata è l'espressione del legame indissolubile tra la
popolazione, gli animali e il paesaggio. Fino al 13 febbraio 9
comuni svelano i propri riti carnevaleschi, fatti di rituali
suggestivi, tutelati dalla 'Rete dei Carnevali lucani con
valenza antropologica e culturale'.
Il carnevale di Tricarico, 'l'mash-kr' in dialetto locale, è
rappresentato dal toro e dalla mucca: le maschere indossano,
rispettivamente, un copricapo nero addobbato con lunghi nastri
rossi e un cappello a falda larga coperto da un foulard e da un
velo, entrambi bianchi, decorato con lunghi nastri multicolori
che scendono lungo le caviglie. Il carnevale di Teana è
caratterizzato dall'improvvisazione, dall'istinto e dalla
curiosità: è uno dei più noti e seguiti in terra lucana, con
protagonista principale l'orso. A lui, l'ultimo sabato di
carnevale, è dedicato il 'processo', parodia della 'Passione di
Gesù'. L'unicità di Satriano è rappresentata dalla 'Foresta che
cammina' dove gli alberi diventano uomini e gli uomini diventano
alberi, ispirati alla figura misteriosa del Rumita, anima
silente che rappresenta lo spirito del bosco. Protagonisti del
carnevale di Cirigliano sono Pulcinella e le maschere delle 4
stagioni e dei 12 mesi dell'anno; la sfilata parte dal
cinquecentesco castello baronale per poi snodarsi tra le
suggestive viuzze del centro storico illuminate dalla luce delle
fiaccole e rallegrate dalla festosità del corteo. Le maschere
cornute di Aliano rievocano creature demoniache e goffe, il cui
carattere minaccioso è mitigato dai colorati cappelli che ne
decorano il capo; i figuranti che le indossano sfilano per il
borgo muovendosi al suono di fisarmoniche e cupa-cupa, strumento
musicale, semplice e ancestrale, ricavato da un vaso di
terracotta, una copertura di pelle animale e una canna infilata
al centro. Durante il carnevale di San Mauro Forte i campanacci
spezzano la quiete del borgo con il loro suono cupo ma
assordante, che si propaga lungo le strade e i vicoli fino alla
torre normanna, in un'atmosfera suggestiva e misteriosa. In
occasione del carnevale di Lavello si balla fino al mattino con
il Domino, maschera caratterizzata da una lunga tunica in raso.
Il carnevale di Montescaglioso ha una doppia anima: il Martedì
Grasso va in scena il 'Carnevalone tradizionale', che vede
sfilare gruppi mascherati che suonano campanacci, figure cariche
di simbolismo; la domenica che precede il Martedì Grasso è la
volta del 'Carnevale Montese' con la sfilata di imponenti carri
allegorici. Protagonista del carnevale di Stigliano, con radici
antiche e che nel corso del tempo ha subito evoluzioni, è la
maschera del pagliaccio con in mano un fiasco di vino e il
cupa-cupa, simbolo del contatto mai spezzato con il passato. Il
ciclo carnevalesco lucano, cominciato lo scorso 13 gennaio,
coinvolge tutti i borghi del territorio, ognuno con i propri
riti ancestrali. A Pietrapertosa va in scena il processo al
carnevale con il corteo che, giunto in piazza, procederà alla
sua condanna; e a Trecchina la cupa-cupa porta il ritmo delle
rime del 'Contacronze', vestito con un cappellaccio scuro e una
giubba da pastore. Tra i vicoli di Pomarico si svolge il corteo
con protagonisti Pulcinella e la moglie Zeza, che viene
accompagnata dal canto di una canzone dai toni indecorosi. Ad
Accettura campanacci, zampogne e ciaramelle accompagnano la
festa di san Antuono; ad Armento va in scena il rogo del
carnevale e a Picerno un lungo corteo conduce fino al rogo della
festa. Anche a Tursi i 'pupazzoni di carnevale' subiscono la
stessa sorte; il suono della cupa-cupa accompagna la maschera di
San Severino Lucano e a Oppido sfila un corteo con i braccianti
agricoli che durante i festeggiamenti mimano il lavoro dei
campi. Per maggiori informazioni: aptbasilicata.it (ANSA).
Basilicata, 9 carnevali storici da scoprire e da vivere
Antiche tradizioni e maschere di animali, da Teana a Stigliano