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Viaggio nella luce da Pompei a Roma

A Villa Caffarelli 170 opere sull'illuminazione nella storia

Redazione Ansa

 'Nuova Luce da Pompei a Roma' è il titolo della mostra che Villa Caffarelli, nei Musei Capitolini, ospita dal 5 luglio all'8 ottobre. L'esposizione presenta in maniera esaustiva la tecnica, l'estetica e l'atmosfera della luce artificiale nell'antichità romana attraverso 170 opere originali in bronzo. Provengono dal Museo Archeologico Nazionale di Napoli, dal Parco Archeologico di Pompei, oltre che dallo Staatliche Antikensammlungen di Monaco; sono lucerne a olio, candelabri nonché supporti per lucerne figurative e torce. Oltre a celebri statue e sculture di lampade, l'allestimento presenta anche reperti appartenenti al museo di Napoli mai esposti al pubblico, molti dei quali ristrutturati per l'occasione e anche 30 opere dei Musei Capitolini.
    Il progetto prende le mosse da un programma di ricerca multidisciplinare sulla luce artificiale in età romana, dedicato per la prima volta all'analisi scientifica degli oggetti di illuminazione in bronzo delle città di Pompei ed Ercolano, i cui risultati sono stati già presentati in una precedente mostra a Monaco di Baviera. La luce artificiale romana che la mostra invita a scoprire è l'arte della luce: con le loro forme plastiche e le superficie elaborate, lucerne e candelabri in bronzo creano una spettacolare scenografia di luce e ombre.
    L'esposizione è arricchita da riproduzioni fedeli prodotte in collaborazione con la Fonderia dell'Arte San Gallo, nonché da simulazioni digitali su modelli tridimensionali. "Il tema dell'illuminazione offre una nuova prospettiva per capire le diverse sfere di vita nell'antica Roma: festa e religione, magia ed erotismo, sogno e notte - spiega Ruth Bielfeldt, curatrice della mostra - Abbiamo fatto un lavoro immenso di ricerca archeologica, di restauro e di simulazione per capire il significato dell'illuminazione nell'antichità, nella quotidianità e nell'immaginazione. Ne risulta un interesse antropologico e uno studio sociale sulla illuminazione come condivisione. Molti reperti arrivano da Pompei - prosegue la curatrice - perché nessun'altra città dell'antichità ha conservato meglio gli oggetti". "Il percorso espositivo si articola in 9 sale - spiega Claudio Parisi Presicce, sovrintendente Capitolino ai Beni Culturali - dove il ruolo della luce nella vita quotidiana e sociale dialoga con fonti letterarie e reperti provenienti dall'Antiquarium dei Musei Capitolini. Nelle sale gli oggetti esposti sono in mostra assieme ad alcune lampade realizzate dal light designer Ingo Maurer, eccentriche, bizzarre e sovversive, in dialogo continuo con il passato".
    La mostra, curata da Ruth Bielfeldt e Johannes Eber dell'università Ludwig-Maximilian di Monaco di Baviera, è promossa da Roma Capitale, assessorato alla Cultura, Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali in collaborazione con l'Università di Monaco e con l'organizzazione di Zètema Progetto Cultura. La mostra è aperta tutti i giorni, dalle 9,30 alle 19.30. (ANSA).
   

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