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Riserva naturale Vergari, a Mesoraca tra ambiente e spiritualità

Alla scoperta del parco fluviale e del convento dell'Ecce Homo

Redazione Ansa

(di Clemente Angotti) (ANSA) - CATANZARO, 13 NOV - Un'escursione immersiva tra ambiente, storia e spiritualità alla scoperta della Riserva naturale regionale del Vergari, a Mesoraca. In marcia, dal centro abitato della cittadina del crotonese su per le colline soprastanti - tra il grigio dei blocchi di granito e il verde lussureggiante della vegetazione che in autunno trascolora nel giallo del foliage - si ha la possibilità di vivere in poche ore un mix di emozioni autentiche che non può che culminare con un passaggio al convento francescano dell'Ecce Homo da oltre cinque secoli faro di religiosità in grado di attirare moltitudini di persone. Nel santuario, infatti, è possibile ammirare la statua dell'Ecce Homo, scolpita nel legno di tiglio da Fra Umile Pintorno da Petralia e datata 1630, e la miracolosa effigie della Madonna delle Grazie, opera cinquecentesca che domina l'altare della chiesa, realizzata in marmo dallo scultore messinese Antonello Gagini.
    Ambiente ma non solo. Istituita ufficialmente l'11 aprile scorso, la Riserva copre un perimetro che si diparte dalla frazione Filippa a monte del paese fino alla frazione montana del Villaggio Fratta e ricomprende zone fitoclimatiche tutte caratterizzate dalla presenza di elementi naturalistici di valenza ecologica e paesaggistica. L'itinerario del parco fluviale si snoda lungo 29 chilometri di sentieri mappati dal Cai, tra vegetazione ricca di biodiversità, corsi d'acqua e cascate che regalano straordinarie conche, detti 'vuddri', dove è possibile fare il bagno nella bella stagione. Emiliano Cistaro, architetto, è il direttore dell'ente. L'etnobotanico Carmine Lupia ne cura la parte scientifica. Tra storia e biodiversità l'escursione nell'area sovrastata in lontananza dal monte Giove, che fa da corona a Mesoraca, rappresenta un'occasione privilegiata per ammirare un angolo di Calabria pregno di tesori poco conosciuti.
    Fondata dagli Enotri, Mesoraca si allunga tra le falde orientali del monte Femminamorta e la "Riserva del Vergari", attraversata da due fiumi, Reazio e Vergari, e ubicata in corrispondenza di un'area territoriale di intensa spiritualità che, oltre al Monastero dell'Ecce Homo, ospita a non molta distanza anche il "Santuario della Santa Spina", dov'è custodita la reliquia della corona di Gesù, nel territorio di Petilia Policastro, e i resti dell'Abbazia Cistercense di Sant'Angelo del Frigillo.
    Tappa irrinunciabile nella terra che si vanta, non senza qualche controversia tra storici e non solo, di avere dato i natali ad uno dei papi calabresi, S. Zosimo, è comunque il convento francescano dell'Ecce Homo che custodisceil busto del Cristo flagellato. Attualmente la statua è oggetto di un restauro conservativo con la realizzazione di tutta una serie di esami, anche radiografici, mirati a indagarne lo stato anche in relazione ai possibili danni provocati dalle tarme. Gli interventi, che hanno portato anche ad alcune recenti e straordinarie scoperte, sono in fase molto avanzata e dovrebbero essere completati per la fine di novembre. Solo allora, come spiega il guardiano padre Francesco Bramuglia, l'opera sarà ricollocata nell'altare ottagonale che è la sua sede naturale all'interno della chiesa del convento.
    Il santuario fondato nel IV secolo dai basiliani e ricostruito nel 1400 dai francescani, che ha potuto annoverare tra i novizi Fra Umile da Bisignano, proclamato santo da Papa Giovanni Paolo II nel 2002, ha anche molti altri motivi d'interesse artistico e architettonico: il coro ligneo e la sagrestia dove sono collocate tele di diverso periodo, il chiostro del convento con pozzo, campanile a cuspide, e archi in pietra calcarea. (ANSA).
   

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