(ANSA) - ROMA, 05 LUG - Alla generosità del popolo giordano,
che nell'ultimo decennio ha accolto centinaia di migliaia di
profughi siriani (e non solo), rende omaggio il concerto che
Riccardo Muti dirige domenica 9 luglio a Jerash, nel teatro
romano della "Pompei d'Oriente". Non a caso, dopo il debutto al
Pala De André di Ravenna (7 luglio) e l'appuntamento in
Giordania, questa edizione de Le vie dell'Amicizia raggiungerà
il Teatro Grande dell'antica Pompei, martedì 11 luglio.
Nell'anno in cui il Festival ha colto l'occasione del centenario
della nascita di Calvino per intitolare la propria XXXIV
edizione Le città invisibili, il fil rouge del comune passato
romano e del patrimonio archeologico lega due città a lungo
sepolte - l'una dalla cenere del Vesuvio, l'altra dalle sabbie
del deserto - a Ravenna. In Giordania, Ravenna Festival visiterà
anche il campo rifugiati di Za'atari, al confine con la Siria,
per un momento musicale con artisti siriani della diaspora e
musicisti residenti nel campo, a cui saranno portati in dono
nuovi strumenti.
Lo Schicksalslied op. 54 che Brahms modellò su versi di
Hölderlin, già parte del programma dell'ormai storico primo
concerto dell'Amicizia a Sarajevo, è una meditazione sul destino
dell'uomo, sul rapporto con il divino e sul mistero della morte.
Il dubbio insolubile si fa musica anche nella partitura
dell'Orfeo ed Euridice di Gluck, il cui protagonista varca il
confine oltre la morte per riportare a sé l'amata; lo stesso
dubbio attraversa la preghiera di Norma alla luna, la sua
invocazione alla pace. Una risposta si leva forse nell'estatica
luce che chiude il canto di Brahms, quasi un messaggio di
redenzione e di speranza. Ombre e luci, rapimento e preghiera si
intrecciano anche nei cinque brani proposti dai cantanti siriani
e giordani. Arriva da lontano l'Inno di Nikkal, la più antica
notazione musicale al mondo: un'invocazione alla dea dei
frutteti su una tavoletta in cuneiforme del 1400 a.C. rinvenuta
nella città urrita di Ugarit, nella Mesopotamia settentrionale.
Lamma Bada Yatahanna("Quando apparve come un'onda"),
tradizionale canto arabo del genere poetico-musicale muwashahah,
è una contemplazione della bellezza della persona amata, mentre
Ya Tuyour, canzone che il musicista egiziano Mohamed el-Qasabgi
compose ispirandosi a Strauss pur mantenendo forme e modi arabi,
chiede agli uccelli di farsi ambasciatori dellostruggimento
romantico. È invece l'amore per la terra natia al centro di
Raccontami del mio paese dei fratelli libanesi Assai e Mansour
Rahbani e la compositrice Dima Orsho ha creato Chi è stato
dimenticato sulle rive dell'Eufrate su un'antica poesia siriana
tramandata oralmente nella regione fra Tigri e Eufrate.
Il progetto Le vie dell'Amicizia è sostenuto dal Ministero
della Cultura e dal Ministero degli Affari Esteri e della
Cooperazione Internazionale, che, in linea con la strategia di
rafforzamento della cooperazione culturale tra Italia e
Giordania, aprirà ad Amman un nuovo Istituto Italiano di
Cultura. Il dialogo fra Italia e Giordania si compie anche nel
segno del mosaico, attraverso lo scambio intessuto dal Comune di
Ravenna con la città giordana di Madaba, dove si conservano
straordinari mosaici bizantini e omayyadi; un'altra preziosa
tessera del viaggio che parte dal Pala De André, dove l'evento è
possibile grazie a La Cassa di Ravenna Spa. Il concerto a Jerash
può contare sul supporto dell'Ambasciata d'Italia ad Amman, sul
sostegno della Regione Emilia-Romagna e sulla collaborazione con
il Jordan Italian Forum for Cooperation. L'appuntamento presso
l'antica città di Pompei - organizzato grazie alla
collaborazione con il Parco Archeologico di Pompei e con RAI
Cultura, che riprenderà il concerto per trasmetterlo sulla prima
rete - è interamente finanziato da Caruso, A Belmond Hotel di
Ravello. (ANSA).
Le Vie dell'Amicizia, Ravenna festival in Giordania e Pompei
7, 9 e 11 Riccardo Muti dirige musicisti italiani e giordani