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'Vai, vai, Saudade', al Madre tutta la poesia del Brasile

Napoli, fino al 30 settembre in mostra 194 opere di 52 artisti

Redazione Ansa

(ANSA) - NAPOLI, 04 LUG - Un itinerario poetico racconta arte prodotta in Brasile a partire dal secondo dopoguerra: si è aperta al Museo Madre di Napoli la mostra collettiva 'Vai, vai, Saudade' (fino al 30 settembre), a cura di Cristiano Raimondi.
    L'esposizione prende il titolo da una samba composta da Heitor dos Prazeres (Rio de Janeiro, 1898 - 1966), artista carioca che fu tra i primi a subire la censura della dittatura militare nel 1964.
    Le sale del piano terreno e del secondo piano del museo ospitano 194 opere - oltre a documenti e fotografie - di 52 artisti brasiliani di diverse generazioni. Organizzata per associazioni, a volte inattese, e dialoghi tra artisti, la mostra parte dal confronto tra l'opera Livro da Arquitetura (1959-60) di Lygia Pape, che descrive la storia dell'uomo come costruttore di civiltà e una via sacra dell'artista della regione di Acre, Hélio Melo, che racconta la distruzione dell'habitat naturale da parte dell'essere umano. Il percorso si conclude con la serie Era uma vez a Amazônia di Jaider Esbell, dove l'artista ci parla dell'impoverimento delle condizioni di vita delle popolazioni originarie dell'Amazzonia e del futuro incerto di questa terra vissuta per generazioni nel rispetto dell'ecosistema. Dalla fine della schiavitù, abrogata soltanto nel 1888, alle immigrazioni di massa dall'Italia, il Libano, il Giappone e la Germania, sino al più recente bolsonarismo, il Brasile ha vissuto a cavallo tra positivismo e democrazia, dittatura e censura, frustrazione e speranza senza mai abbandonare lo spirito resiliente tipico dei paesi che hanno vissuto una storia coloniale: ha esportato la lotta per i diritti delle popolazioni originarie e afrobrasiliane in tutto il mondo facendosi baluardo di valori umanistici e democratici. L'obiettivo della mostra è quindi presentare il Brasile come terra fertile di idee e rivoluzioni artistiche, un paese che ha saputo costruire un'identità basata sulla valorizzazione del multiculturalismo e fusione di linguaggi plurimi sfidando le visioni eurocentriche per una storia dell'arte a una sola direzione. "Il Madre inaugura una esposizione che comprende molti dei temi più importanti della nostra contemporaneità: la diversità, la riflessione su uno sviluppo economico che procede spesso a scapito dell'ecosistema di cui facciamo parte" spiega Angela Tecce, Presidente della Fondazione Donnaregina per le arti contemporanee - museo Madre .
    "Nell'anno in cui il Brasile è protagonista di importanti eventi internazionali legati all'arte contemporanea, primo fra tutti la Biennale di Venezia, il Madre arricchisce la propria programmazione con uno sguardo rigoroso quanto ampio sulla produzione artistica recente di una nazione che racchiude in sé diverse anime culturali. Impariamo dal Brasile che la coesistenza tra linguaggi differenti crea un intreccio fitto e molto ricco, ben oltre la somma delle sue singole parti" aggiunge Eva Fabbris, direttrice del Madre. (ANSA).
   

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