(ANSA) - REGGIO EMILIA, 20 OTT - Il Comune di Reggio Emilia e
i Musei Civici della città promuovono, dal 22 ottobre al 27
novembre, la mostra 'Gino Gandini. Il sentimento della visione'
nella Galleria Parmeggiani. L'esposizione presenta cinquanta
opere dell'artista realizzate dagli anni Trenta fino al termine
del Novecento. Di Gandini (3 novembre 1912-25 luglio 2002), uno
dei più importanti artisti reggiani del secolo scorso, ricorrono
i 110 anni dalla nascita e i venti dalla morte: le opere sono
rappresentative di alcuni tratti, e motivi, del suo percorso e
delle tecniche cui si dedicò (dipinti a olio, disegni e
incisioni, tecnica in cui Gandini fu un petit maître).
Scorrono davanti ai visitatori della mostra opere, di
proprietà dei Musei Civici di Reggio e della famiglia degli
eredi, che vanno dai ritratti figurativi degli esordi, agli
scorci della città che andava cambiando negli anni
dell'immediato dopoguerra, ai motivi cari a Gandini nel corso di
tutta la sua attività: i paesaggi dell'Appennino reggiano (in
cui, a Bergonzano di Quattro Castella, nei pressi della Chiesa
della Madonna della Battaglia, Gino e la moglie Rina Ferri si
fecero costruire una casa di campagna), indagati nelle stagioni
dell'anno (in particolare, quando la neve tutto ammanta di
bianco e di silenzio); i paesaggi del Po, in cui si coglie il
richiamo e il fascino perennemente esercitati su di lui dal
Grande Fiume; le nature morte; gli autoritratti e i ritratti
della moglie.
Gino Gandini amava dipingere en plein air: Stanislao Farri,
fotografo reggiano scomparso il 22 giugno 2021, amico di Gandini
fin da quando si erano conosciuti, nel corso della guerra, a
Bibbiano (dove il pittore era sfollato), ricordava spesso di
averlo incontrarlo - durante le incursioni per scattare le sue
fotografie - mentre dipingeva, in piedi o seduto al cavalletto,
talvolta riparandosi dal sole cocente sotto un ombrello, sulla
sommità di una collina dell'Appennino o davanti a uno scorcio
del Po. (ANSA).
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