(ANSA) - BOLOGNA, 07 DIC - I Musei Civici d'Arte Antica di
Bologna organizzano al Museo Davia Bargellini una mostra
dedicata al presepio tradizionale in collaborazione con il
Centro Studi per la Cultura Popolare. Quest'anno, dal 14
dicembre al 15 gennaio, sarà protagonista un presepe in
terracotta di Pietro Righi (1772-1839), di collezione privata,
esposto in pubblico per la prima volta accanto ad alcuni
esemplari dello stesso autore conservati in museo. Negli anni
Novanta un plasticatore anonimo, di cui si conoscevano diversi
gruppi da presepe simili, venne identificato come Pietro Righi,
grazie al rinvenimento da parte di Stefano Tumidei della sua
firma. Attorno a quel gruppo firmato, ripetuto in moltissime
varianti con l'uso degli stampi, è stato possibile ricostituire
negli ultimi anni un corpus piuttosto ricco e in continuo
aumento. La famiglia Righi era originaria di Gaggio Montano e il
padre di Pietro si era trasferito a Bologna per esercitare con
maggior profitto la professione di medico. Dopo la sua morte,
nel 1786, i cinque figli ancora minori furono allevati dalla
madre con l'aiuto dell'Opera Pia dei Poveri Vergognosi. Pietro
iniziò a lavorare in una fabbrica di maioliche, dove produceva
statuette e dipingeva stoviglie. La sua attività si concentrò
solo in un secondo momento sulla produzione artistica, che aveva
per oggetto statuette di soggetto sacro e profano. Allievo
dell'Accademia Clementina dal 1795 al 1798, Righi aveva seguito
le lezioni di scultura di due grandi artisti neoclassici,
Giacomo Rossi prima, e poi Giacomo De Maria. Nel 1804 sposa
Maria Spinelli da cui avrà tre figli, di cui uno, Francesco,
sarà il padre del celebre fisico Augusto. Nel 1811 diviene
bidello dell'Accademia di Belle Arti di Bologna, incarico che
terrà fino alla morte e che gli permetteva di esercitare
l'attività di plasticatore con maggiore libertà, garantendogli
uno stipendio fisso mensile. Il prototipo del gruppo
tradizionale creato e replicato da Righi, del quale è riemersa
di recente sul mercato antiquario la prima copia numerata, si
compone di un insieme di singole statuine, realizzate a stampo e
fissate tra loro con la barbottina. (ANSA).
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