Regioni

Fellini Museum dedica una mostra fotografica a Giulietta Masina

Al Palazzo del Fulgor 34 scatti nell'anniversario della nascita

Redazione Ansa

(ANSA) - RIMINI, 21 FEB - A Giulietta Masina, che spesso Federico Fellini nel Libro dei sogni ritrae con le fattezze di una fata, il Fellini Museum di Rimini dedica una mostra fotografica. A settant'anni da La strada e a poche settimane dal trentennale della scomparsa (23 marzo), da giovedì 22 febbraio, anniversario della nascita, al 2 aprile saranno esposti al secondo e al terzo piano del Palazzo del Fulgor 34 scatti provenienti dagli archivi Penzo e Reporters Associati-Fondazione Cineteca di Bologna. La mostra, 'And please stop crying', comprende 34 foto di scena sui set dei sette film di Fellini in cui la Masina ha recitato: La strada, Le notti di Cabiria, Luci del varietà, Lo sceicco bianco, Il bidone, Giulietta degli spiriti, Ginger e Fred. In occasione dell'inaugurazione, il 22 febbraio dalle 16 ingresso libero a Palazzo del Fulgor. Italo Calvino parlava di una "zona Masina" nel cinema di Fellini, facendo riferimento a quella dimensione dell'immaginario del regista riminese che più si richiama al circo e alle sue figure.
    Di quelle figure Masina è stata l'interprete più ispirata e dotata: ne possedeva la leggerezza, la vitalità, la grazia, il candore. Con La strada, nel 1957, Fellini vince il primo dei suoi cinque Oscar e a soli 37 anni entra nell'Olimpo dei grandi del cinema, ma è Giulietta Masina con la sua interpretazione di Gelsomina a conquistare e commuovere le platee di tutto il mondo. Charlie Chaplin ne riconosce l'affinità con il suo Charlot e tra gli spettatori in quei lontani anni Cinquanta c'era un giovane argentino di nome Mario Bergoglio che, a distanza di decenni e divenuto nel frattempo Papa, ricorderà quel personaggio il cui sguardo "sa cogliere nell'inverno ciò che è già primavera". Passa un solo anno e Fellini vince il suo secondo Oscar con Le notti di Cabiria. Ancora Giulietta Masina come protagonista, forse nel ruolo da lei più amato e nel quale forse più si riconosceva. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it