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Alberto Manzi, mostra e convegno per la storia di un maestro

Bologna fino al 4/6 ricorda il volto di 'Non è mai troppo tardi'

Redazione Ansa

(ANSA) - BOLOGNA, 29 MAG - Una mostra alle scuole dell'infanzia Carducci di Bologna, fino al 4 giugno, racconta l'opera del maestro Alberto Manzi nel centenario della nascita attraverso venti pannelli e materiali audiovisivi curati dall'omonimo Centro nato per volontà dell'Assemblea legislativa della Regione Emilia-Romagna. L'esposizione mette in relazione valori, pensieri e strumenti di Manzi con quelli della pedagogista Maria Montessori: il materiale montessoriano della scuola dialoga con le tele della mostra, per amplificare e rilanciare il valore di una scuola volta a educare a pensare, insegnare a saper guardare oltre, osservare, saper ascoltare e saper riflettere.
    Martedì 4 giugno alle 17.30 è in programma 'Alberto Manzi: 1924-2024 - Storia di un maestro', un dialogo sul suo lavoro di maestro e sulle connessioni con l'opera di Maria Montessori.
    Dall'esperienza con i suoi studenti e studentesse, Manzi ha curato sussidiari, libri di letture, diari scolastici. Ha avuto anche un'intensa attività di scrittore, con oltre 30 titoli tra racconti, romanzi, fiabe, traduzioni e testi di divulgazione scientifica tradotti in varie lingue che gli sono valsi riconoscimenti e premi. Il suo romanzo per ragazzi più famoso, Orzowei, uscito a metà degli anni '50, divenne un grande successo vent'anni dopo, quando la Rai ne fece uno sceneggiato televisivo. L'impegno di Manzi fu noto fino in Sudamerica dove, ogni estate, si recava per tenere corsi di scolarizzazione alle popolazioni indigene e per svolgere attività sociali.
    'Non è mai troppo tardi' è stata la più nota di una lunga serie, tra il 1951 e il 1996, di trasmissioni e collaborazioni con la televisione e la radio che gli hanno dato fama mondiale.
    Durante la trasmissione Manzi insegnava a leggere e scrivere alle tante persone adulte analfabete presenti nel nostro Paese: parlava e disegnava, sorrideva, guardando negli occhi chi era a casa davanti alla tv, rivolgeva domande curiose, a un vasto pubblico fatto anche di bambini e bambine che andavano a scuola, ma che al pomeriggio rimanevano davanti allo schermo. Negli anni Novanta fu tra i primi a occuparsi dei nuovi cittadini che arrivavano in Italia da tutto il mondo: 'Insieme' era il titolo di 60 puntate televisive rivolte a persone migranti. (ANSA).
   

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