Un viaggio tra classicità e futuro attraverso una serie di sculture che "non rappresentano voci uniche, bensì delle originali espressioni corali in cui l'autore, nella ricerca di un ideale rapporto biunivoco di traccia umanistica con l'altro, esprime le proprie riflessioni su molteplici aspetti del nostro quotidiano, accentrando in particolare il focus della sua narrazione simbolica sulla guerra e sull'inquinamento". È il racconto dell'esposizione "Calogero Condello.
In mostra, dal 10 marzo e fino al 5 maggio, una fascinosa sequenza di installazioni tridimensionali realizzate dall'artista negli ultimi anni. "La capacità speculativa propria della cultura mediterranea - scrive la curatrice Marianna Accerboni - si specchia nell'opera di Condello, che sa compendiare nei propri lavori euritmia, misura e passione, racchiusi e sospesi in un'arte d'ispirazione concettuale, in cui ricorrono i canoni della bellezza classica e neoclassica accanto ad altre scelte estetiche di qualità, espresse sul filo della contemporaneità sia sotto il profilo formale che per quanto riguarda il loro significato".
Il tema ecologico si impone così nell'installazione che simula un insano e metaforico banchetto, Uomo e madre natura, del 2021, mentre "il tema della guerra graffia il nostro animo con l'installazione in terracotta dal titolo Dilaniata realizzata tra il 1995 e il 2003". Ed è così che "Condello esprime la propria interpretazione della realtà contemporanea e di alcune delle sue problematiche più pressanti. Riconducendole a una misura d'uomo, che rappresenta il fulcro e il mezzo della sua originale riflessione e delle sue installazioni".
Intanto tre sculture di bronzo sono state collocate in altrettanti spazi del centro di Trieste per incuriosire cittadini e turisti e invitarli a visitare la mostra.
A Trieste l'arte di Condello tra classicità e futuro
Nelle sue sculture la guerra e l'inquinamento, fino al 5 maggio