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Go!2025, la storia delle città divise dalla Guerra fredda

Studiosi da tutto il mondo misurano l'impatto del fenomeno

Go!2025, la storia delle città divise dalla Guerra fredda

Redazione Ansa

(ANSA) - GORIZIA, 19 MAR - "È attraverso la storia delle città divise che si misura l'impatto spesso profondo della Guerra fredda sulle comunità: in particolare nelle zone di frontiera, proprio come Gorizia e Trieste, dove la storia ha impresso ferite che solo in parte si sono rimarginate dopo il 1989, con la caduta del Muro di Berlino". Lo spiega lo storico Tommaso Piffer, direttore scientifico di Friuli Storia e curatore del Forum Città divise e città contese negli anni della Guerra fredda che si apre a Gorizia il 20 marzo, con la lectio magistralis dello storico David Reynolds, dell'Università di Cambridge, dedicata a "Il mondo diviso della Guerra fredda", alle 18 nella sede di Gorizia dell'Università di Udine.
    Professore emerito di Storia internazionale all'Università di Cambridge e Fellow della British Academy, Reynolds è autore di numerosi saggi sulla storia del XX secolo e ha realizzato una serie di film storici per la BBC. Oltre a lui, 40 grandi voci della storia di tutto il mondo si confronteranno in occasione del Forum, promosso dall'Università di Udine con Harvard University - Cold War Studies Project, insieme a Friuli Storia.
    La tre giorni 2025 affronterà un tema direttamente collegato all'anno della Capitale europea della Cultura che riunisce le città di Gorizia e Nova Gorica, storicamente separate dalla Cortina di ferro: la Guerra fredda come antefatto degli scenari del nostro tempo, quindi, per comprendere le tensioni e i conflitti in cui l'Europa e il mondo sono precipitati nell'ultimo triennio. Otto sessioni scandiranno il Forum fino a sabato prossimo, fra gli altri interverrà una delle più autorevoli voci della storia contemporanea, lo statunitense Mark Kramer, direttore del Centro Studi Guerra fredda di Harvard University.
    In arrivo anche James G. Hershberg, professore di Storia e Affari internazionali alla George Washington University e lo storico russo-britannico Sergey Radchcenko, Johns Hopkins School e direttore del Bologna Institute for Policy Reasearch. (ANSA).
   

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