(ANSA) - ROMA, 26 LUG - Un'ottantina di opere, tra oli su
tela, tempere e disegni descrivono, raccontati dal maestro
cinese Chao Ge, luoghi e personaggi dell'Asia centrale e della
Inner Mongolia: è la mostra "Epos. Chao Ge.
Sotto l'egida dell'Istituto per la Storia del Risorgimento
Italiano, la rassegna - promossa e organizzata da Segni d'Arte
in collaborazione con Uniarts e curata da Claudio Strinati e
Nicolina Bianchi - propone un percorso espositivo che testimonia
la rilevanza nel panorama artistico contemporaneo di questo
pittore, che racchiude in sé due anime: quella della
tradizionale nativa Mongolia Interna, a cui è tuttora legato
molto profondamente, e quella della moderna Pechino, la grande
città in cui ha studiato, raggiunto i primi successi e dove
tuttora continua a dipingere e ad insegnare.
L'esposizione racconta attraverso circa 80 lavori, suddivisi
in due sezioni (dipinti e disegni), realizzati dal 1987 a oggi,
la storia creativa dell'artista e la maestria con la quale
domina le tecniche pittoriche (olio, tempera, disegno su tela)
attraverso le quali, come ricorda Strinati, Chao Ge "si spinge
molto avanti nella ricerca del colore, anzi più esattamente
nella ricerca del bianco quale sintesi di tutti i colori".
Cultore appassionato del Rinascimento italiano, ritrattista
meticoloso e notevole paesaggista, Chao Ge è l'espressione più
piena della propria terra d'origine, quella "terra del cielo
blu" così definita per la spettacolare luce che tutto vivifica.
Capace di andare a indagare l'invisibile oltre le apparenze, in
particolar modo quando si sofferma sugli intensi ritratti umani
dove accorpa alla fisicità delle persone quella delle cose,
l'artista riversa continuamente sulla tela, con una nitidezza
impressionante, le proprie emozioni e lo fa ogni volta che,
novello Marco Polo, diventa osservatore e testimone attento dei
complessi scenari asiatici.
Chao Ge, la lirica della luce
Al Vittoriano di Roma antologica dell'artista cinese