(ANSA) - ROMA, 13 DIC - "Negli anni Sessanta mi hanno
chiamato artista, perché non sapevano come definire un mucchio
di carbone. Ma io sono un pittore".
Abbiamo cercato - spiega la curatrice - di trattare
l'allestimento come se stessimo dipingendo uno spazio, partendo
dall'architettura di Zaha Hadid. E in sottrazione ci sembra di
aver ritrovato anche Kounellis". Il suo lavoro "è un'ode alla
libertà e a guardare la Storia come metafora dei percorsi
individuali".
Ad aprire è Senza titolo (Notte), opera del 1996 che incarna
"una delle sue grandi intuizioni: trattare le lettere come
fossero pittura e quindi icona". Nel frattempo, con Senza titolo
(Nabucco), azione presentata per la prima volta a Palazzo delle
Esposizioni a Roma nel 1970, "ci arrivano frammenti del Va'
pensiero completamente destrutturato". Eppure, "la nostra mente
è in grande di riconoscerlo".
Infine, l'installazione concepita nel 2003 per il chiostro
del Monastero di San Lazzaro degli Armeni a Venezia, che qui
poggia sui montanti della vetrata simbolo del Maxxi. Una pioggia
di piatti da bilancia sospesi in verticale, con composizioni di
bicchieri e brocche di vetro, in "un'opera - conclude Lonardelli
- che ci parla delle nostre fragilità". (ANSA).
Notte, l'omaggio del Maxxi a Jannis Kounellis
A sei anni dalla scomparsa, tre opere raccontano il suo genio