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Niki Berlinguer, in mostra la signora degli arazzi

A Villa Torlonia. La nipote Bianca: "Si faceva chiamare 'ninna'"

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 25 OTT - La chiamavano "la grande signora italiana degli arazzi". Fu interprete (e spesso amica) degli esponenti principali delle correnti artistiche italiane del secondo Dopoguerra, tra cui Umberto Mastroianni, Achille Perilli, Renato Guttuso, Piero Dorazio, Emilio Vedova e Corrado Cagli. Attraverso il suo lavoro, ha reinterpretato le opere di grandi maestri come Hans Hartung, Paul Klee, Vincent van Gogh, pioniera nel tradurre la pittura in narrazioni tessili, unendo l'antica tecnica del piccolo punto con influenze contemporanee.
    A trent'anni dalla scomparsa, una nuova personale racconta alla Casina delle Civette di Villa Torlonia il talento e la visione di Niki Berlinguer, nome d'arte di Corinna Adelaide Augusta Fidelia (1905-1994) dopo il suo matrimonio con Mario Berlinguer nel 1950, padre di Giovanni ed Enrico, storico segretario del Partito Comunista Italiano.
    "Per noi è stata a tutti gli effetti una nonna, anche se si faceva chiamare 'ninna'. Nonna diceva che la invecchiava - sorride Bianca Berlinguer, alla presentazione in veste di nipote insieme al fratello Marco -. Da quando abbiamo memoria, noi ce la ricordiamo sempre intenta a fare il piccolo punto".
    La mostra, intitolata appunto "Niki Berlinguer. La signora degli arazzi" (26 ottobre - 6 aprile) è promossa da Roma Capitale, Assessorato alla Cultura - Sovrintendenza Capitolina ai Beni Culturali, a cura di Claudio Crescentini, organizzata e ideata da "Il Cigno Arte" con i servizi museali di Zètema Progetto Cultura, e raccoglie una trentina di opere, provenienti in gran parte da collezioni private, come il suo celebre Uccello di fuoco da Stravinskij, l'Arcano maggiore da Jean Cocteau ma anche l'arazzo ricamato da Hans Hartung. Cui si aggiunge l'ultima videointervista all'artista nel gennaio 1994. (ANSA).
   

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