La mostra Il Seicento in Villa Farnesina (Roma, 6 novembre 2024 - 12 gennaio 2025), racconta le nuove scoperte riguardanti la decorazione seicentesca della Farnesina: saranno mostrati al pubblico e agli studiosi gli inediti affreschi dell’antico soggiorno della villa, ritrovati sopra la volta ottocentesca che li nasconde. Si tratta di una porzione decorativa di epoca farnesiana, composta da un cielo con putti in volo intorno allo stemma Farnese al centro della volta, due putti su fondo blu nei peducci e un paesaggio dai colori autunnali che orna l’unica lunetta visibile. L’esposizione – con il patrocinio dell’Associazione Amici dell’Accademia dei Lincei, in collaborazione con l’École Française de Rome nell’ambito delle celebrazioni per i 150 anni della sua Fondazione e con il Parco Archeologico del Colosseo – è curata da Alessandro Zuccari e Virginia Lapenta e intende approfondire gli esiti seicenteschi delle opere create da Raffaello nella Villa Farnesina, nonché la fortuna dei soggetti iconografici ideati dal maestro di Urbino.
Attraverso le tecnologie digitali e la campagna fotografica di Luigi Spina sono presentati gli affreschi del XVII secolo, risalenti al periodo Farnese (dal 1579), che decoravano l’antico soggiorno chigiano della villa. La ricostruzione tridimensionale mostra la sequenza delle varie trasformazioni del soggiorno con l’obiettivo di restituire un’immagine dell’ambiente e della sua originaria decorazione. Tra il 1861 e il 1863 furono effettuati importanti interventi di restauro della Villa Farnesina, in particolare del pianterreno, radicalmente modificato rispetto alla configurazione cinquecentesca ideata da Baldassarre Peruzzi per Agostino Chigi. L’architetto Antonio Sarti riscontrò gravi danni strutturali, dovuti al carico dei muri sovrastanti le volte, e propose interventi di consolidamento. La sala principale venne divisa in due parti, stravolgendo la spazialità originaria e aggiungendo nuovi ambienti di servizio, tra cui un vano ascensore. La scoperta degli affreschi, risparmiati dall’inserimento dell’ascensore, costituisce una novità rilevante per la conoscenza dell’edificio e della sua fase decorativa seicentesca, ottenuta nel quadro delle attività di conservazione e restauro svolte dall’Accademia Nazionale dei Lincei in collaborazione con l’Istituto Nazionale di Geofisica e Vulcanologia.
Questa scoperta e nuovi studi dedicati al periodo farnesiano della Villa offrono, inoltre, l’opportunità di esaminare più a fondo l’influenza dello stile di Raffaello nella Roma del Seicento. A tal fine, la mostra espone per la prima volta alla Farnesina sei importanti dipinti che si ispirano o riproducono gli affreschi dell’Urbinate e dei suoi collaboratori. Nella Loggia di Amore e Psiche: due Allegorie di committenza Farnese attribuite ad Antonio Carracci (appartenenti al Museo di Capodimonte, oggi custodite presso la Camera dei deputati) che rielaborano in chiave religiosa due pennacchi eseguiti da Giulio Romano e un Ercole con la clava del Sassoferrato (di Collezione privata) modellato su una figura di Giove dipinta nella medesima loggia. Nella Loggia di Galatea: due opere paradigmatiche del classicismo seicentesco, la Galatea di Pietro da Cortona concessa dall’Accademia di San Luca, la Galatea di Andrea Sacchi conservata in Palazzo Altieri (ABI), la copia seicentesca della Galatea dell’École Française de Rome. La mostra è dedicata al Linceo Professor Natalino Irti, che ha offerto il suo generoso contributo agli interventi di restauro di alcuni ambienti della Villa Farnesina, finanziando il recupero e la valorizzazione della decorazione seicentesca.
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