Regioni

'Pandemonio', le visioni e le inquietudini di Sergio Padovani

60 dipinti, molti inediti, ai Musei di San Salvatore in Lauro

Redazione Ansa

(ANSA) - ROMA, 30 GEN - 'Pandemonio' è il titolo dell'esposizione di Sergio Padovani che i Musei di San Salvatore in Lauro a Roma ospitano fino al 9 marzo. La mostra, a cura di Cesare Biasini Selvaggi con Francesca Baboni e Stefano Taddei, raccoglie 60 dipinti, quasi tutti inediti, di grandi e piccole dimensioni e di recente produzione dell'artista modenese, protagonista di un'arte figurativa visionaria, fondata su composizioni fantastiche e allucinate, su scene inquietanti e paesaggi incendiati da venature crudeli dalle reminiscenze fiamminghe. E' un viaggio nell'immaginario psichedelico di Padovani, che è un artista visuale e musicista, dove il suono diviene visione e la pittura musica in un dialogo continuo tra i due linguaggi. E' un viaggio nelle paure, nelle inquietudini, nel tormento sociale, politico e profondamente intimo dell'artista. "Ogni composizione - spiega Cesare Biasini Selvaggi, curatore e segretario generale della Fondazione The Bank - Istituto per gli Studi sulla Pittura Contemporanea, che ha organizzato la mostra - è una preghiera laica, una contemplazione carica di enigmatici piani narrativi, temporali e musicali ed è abitata da un universo in eccesso, ricco di dettagli e di diverse letture che mescolano aspetti classicheggianti a creature oniriche dalle forme bizzarre colte nella loro espiazione, sull'orlo del baratro. E, tuttavia, sullo sfondo di ogni pittura balena il lampo della possibilità visionaria di redenzione per l'umanità, quindi di fede nella salvezza". La tecnica delle opere è pittura su pittura con tecniche imprevedibili: pigmenti, bitume e foglia oro, mescolati in modo originale da Padovani. Il percorso espositivo è completato da un video, che l'artista ha realizzato con l'ausilio dell'intelligenza artificiale e con 'Macchina Anatomica', brano tratto dall'album d'esordio, che uscirà in primavera. I sottotitoli guidano lo spettatore nell'interpretazione delle immagini, spingendolo a vivere il senso ultimo del proprio destino, rappresentato in metafora da un enorme insetto in continua modificazione, evoluzione e regressione. Dal 16 marzo al 5 maggio la mostra sarà allestita a Modena, nel Complesso di San Paolo, ex Chiesa e Sala delle Monache. (ANSA).
   

Leggi l'articolo completo su ANSA.it