TORINO - Lo sciacallo, "con la sua voce quasi umana, ma che sembra provenire da un altro mondo, forse anche da quello dei morti", indissolubilmente legato all'iconografia del dio Anubi, intermediario fra cielo e terra, ma anche in qualche modo simbolo della paura e diffidenza verso l'altro da noi. E' lui il protagonista di 'Alert', il nuovo progetto site-specific per la Fondazione Merz di Torino dell'artista israeliana Michal Rovner.
Nelle tre sale interne è proposto un videomapping, in spazi nascosti e senza luce, simile ai luoghi di attesa dove osservare e studiare gli sciacalli, e una parte documentaristica realizzata con la Bbc e l'Unhcr con cui l'artista invita a soffermarsi sulla portata dell'esperienza migratoria. "E' il quarto progetto che realizziamo insieme - spiega Beatrice Merz, presidente della Fondazione e curatrice della mostra -. Qui il lavoro di Michal Rovner pone delle domande, interroga sé stessa, il visitatore e lo spazio e il vacillare del sistema simbolico caratterizzante l'identità degli individui mette in atto la narrazione continua della fragilità umana".
Alla Fondazione Merz gli sciacalli di Michal Rovner
A Torino fino al 29 gennaio, una parte fatta con Bbc e Unhcr