(ANSA) - PALERMO, 20 OTT - "Anche io sono siciliano, perche
conta dove si viene concepiti, non dove si nasce, e io lo fui a
Palermo, durante un viaggio dei mie genitori". Lo raccontava
Henri Cartier-Bresson a Ferdinando Scianna quando si
incontrarono alla agenzia Magnum.
"Questa esposizione di alto profilo artistico e di dimensione
internazionale - ha detto, durante la presentazione il sindaco
Leoluca Orlando - conferma come Palermo abbia lasciato alle
spalle il tempo in cui era off line. Oggi la città è sempre più
connessa con il mondo grazie a Google e ad Alì, simboli della
modernità tecnologica e della cultura dell'accoglienza".
Fino al 25 febbraio sarà possibile ammirare 140 scatti nella
mostra promossa dall'assessorato alla Cultura del Comune di
Palermo e organizzata da Civita in collaborazione con la
Fondazione Henri Cartier-Bresson e Magnum Photos Parigi.
Per Cartier-Bresson la tecnica rappresenta solo un mezzo che non
deve prevaricare e sconvolgere l'esperienza iniziale, reale
momento in cui si decide il significato e la qualità di
un'opera. Non torna mai ad inquadrare le sue fotografie, non
opera alcuna scelta, le accetta o le scarta. Lo scatto è per lui
il passaggio dall'immaginario al reale.
"Fotografare - diceva - è riconoscere un fatto nello stesso
attimo ed in una frazione di secondo e organizzare con rigore le
forme percepite visivamente che esprimono questo fatto e lo
significano. È mettere sulla stessa linea di mira la mente, lo
sguardo e il cuore". Nel 1947 fonda, insieme a Robert Capa,
George Rodger, David Seymour, e William Vandivert la famosa
agenzia Magnum Photos. "Insomma Cartier-Bresson è un fotografo
destinato a restare immortale, - ha affermato Curti - capace di
riscrivere il vocabolario della fotografia moderna e di
influenzare intere generazioni di fotografi a venire".(ANSA).
Cartier-Bresson, 'mi sento palermitano'
'Fui concepito in Sicilia', mostra alla Gam fino al 25 febbraio