(ANSA) - PALERMO, 20 GIU - Come scrisse Papa Giovanni Paolo
II nella "Lettera agli artisti" del 1999, "per trasmettere il
messaggio affidatole da Cristo, la Chiesa ha bisogno dell'arte.
Essa deve infatti rendere percettibile e, anzi, per quanto
possibile, affascinante il mondo dello spirito, dell'invisibile,
di Dio".
Di diretta derivazione dal greco antico, Eteria significa
"associazione di compagni che agisce per un bene più grande, al
di sopra della volontà altrui". In tal senso Chisesi ha
concepito una serie di opere dedicate alla "fabbrica dei santi"
- come la definisce il curatore Giuseppe Stagnitta - che vengono
rappresentati iconicamente attraverso la loro immagine stampata
e cioè i "Santini".
L'artista ripercorre le immaginette votive e, pur rimanendo
fedele alle secolari simbologie di ogni icona, rielabora le loro
immagini utilizzando i segni della nuova società contemporanea
per darne una visione più critica e realistica; per esempio le
sante sono tutte adolescenti del nostro tempo, come afferma
Chisesi: "...erano bambine ribelli, ma proprio il dissenso
dovuto agli ideali di cui sono state portatrici, è costata loro
la vita". Si tratta di un lungo percorso che parla di
patriarcato, di violenza, di diritti negati, di mancanza di
sentimenti, di vite delle figlie che diventano solo merce di
scambio per l'arricchimento, un'Eteria appunto. Non a caso il
percorso espositivo si conclude con un'opera estremamente
attuale, che spinge il visitatore a riflettere sul martirio come
fenomeno non solo religioso, ma anche sociale: il caso della
giovane Saman Abbas, ragazza pakistana scomparsa nel reggiano.
Chisesi utilizza vari tipi di supporti, tele, cartelli
stradali e cartone che vengono preparati con gesso di Bologna,
acrilici, giornali o manifesti strappati dalla strada,
stratificazioni di pitture e foglia oro, con l'obiettivo di
creare una texture capace di accogliere l'immagine fotografica
che sceglie di fondere solo dopo aver completato quella che
definisce preparazione. (ANSA).
A Catania Eteria, la "fabbrica dei santi"
Fino al 16 ottobre al Palazzo della Cultura