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Da Tauromenion a Tauromenium, mostra sulla 'città invisibile'

Con ricostruzioni 3D, a Palazzo Ciampoli fino al 30 novembre

Redazione Ansa

(ANSA) - TAORMINA, 07 AGO - È aperta al pubblico, a Palazzo Ciampoli di Taormina, la mostra archeologica e multimediale 'Da Tauromenion a Tauromenium. La città invisibile tra storia e archeologia', visitabile fino al 30 novembre. All'inaugurazione, con la direttrice del Parco Naxos Taormina, l'archeologa Gabriella Tigano, erano presenti il sindaco di Taormina, Cateno De Luca, e la Soprintendente ai beni culturali di Messina, Mirella Vinci.
    "Con questa mostra - ha spiegato Gabriella Tigano - entriamo nel Dna dell'antica città, quella Tauromenion dei greci divenuta Tauromenium con i romani. Raccontiamo le case degli uomini, gli edifici pubblici come l'agorà, le terme e le naumachie, le case degli dei con templi e santuari divenuti poi chiese cristiane. E le antiche vie sepolcrali con le tombe a camera ancora esistenti. Sebbene la sua monumentalità sia legata prevalentemente al Teatro antico, Taormina ha svelato da tre secoli numerosi e importanti reperti archeologici che ci dicono molto sulla storia della città e della sua gente. Mentre con il supporto delle moderne tecnologie digitali, abbiamo realizzato una serie di animazioni 3D per restituire ai visitatori lo stupore di una città dove il meraviglioso paesaggio dialoga con gli spazi urbani destinati alla comunità che, dal teatro in poi, vennero concepiti con un forte impatto scenografico". Durante la presentazione, la direttrice ha voluto ricordare le due figure che le hanno ispirato l'idea della mostra: l'archeologa Cettina Rizzo e la professoressa Francesca Gullotta, scomparsa prematuramente, alla cui memoria ha voluto dedicare il progetto.
    La mostra nasce da uno studio interdisciplinare avviato da Tigano con l'archeologa Maria Grazia Vanaria e con diversi gruppi di lavoro formati da funzionari del Parco, della Soprintendenza di Messina e delle Università di Messina, Palermo e Catania e da un team interdisciplinare costituito da architetti, geologi, informatici, filmmaker ed esperti di ricostruzioni 3D con l'obiettivo di ricomporre, rileggere e raccontare una città abitata da sempre.
    Per l'occasione è tornata a Taormina la famosa "Sacerdotessa di Iside", statua in marmo rinvenuta nel 1867 vicino alla chiesa di San Pancrazio - anticamente luogo di culto di Iside e Serapide - e dal 1868 trasferita al Museo Salinas di Palermo.
    Era assente da Taormina dal 2001, quando fu esposta nella mostra organizzata dalla Soprintendenza e dal il Comune negli spazi di Badia Vecchia. (ANSA).
   

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