All'Accademia delle Arti del Disegno di Firenze è in corso fino al 26 ottobre una mostra del pittore cinese Yu Ming, riconosciuto interprete dei paesaggi del Tibet, che propone 63 opere tali da illustrare il suo percorso artistico come autorevole artista nel panorama del realismo contemporaneo. Organizzata col Beijing Jin Shangyi Art Foundation, la mostra, intitolata 'L'assioma del vero' fa vedere 51 opere con tecnica ad olio e 12 disegni.
La rassegna, a cura di Claudio Rocca e Giovanna Uzzani, porta a Firenze un artista 47enne Yu Ming, nato a Qiqihar, la città più settentrionale della Cina, nella provincia di Heilongjiang, poi cresciuto a Benxi, nella provincia di Liaoning, circondata da montagne, ruscelli e fiumi, e forse proprio questa esperienza ha determinato il suo interesse verso la pittura paesaggistica. Ma tra gli elementi ricorrenti nelle sue opere c'è la raffigurazione dei paesaggi e del popolo del Tibet. Sin dal 1995 Yu Ming compie molti viaggi nelle regioni selvagge del Tibet abitate da un'umanità ancora immersa nella vita rurale, alla ricerca dei valori di vita espressi da minoranze etniche che vivono un rapporto forte e autentico con la natura. Torna più volte in Tibet vivendo con popolazioni indigene che di buon grado posano per lui. Yu Ming sottolinea che "l'altopiano innevato è ambiente difficile per la sopravvivenza umana, ma la gente è piena di sole e forza. Si avvicinano alla vita con entusiasmo, lavorando e recitando preghiere ogni giorno. Hanno fiducia nella vita e forti credenze religiose. Il loro modo di vivere appare naturalmente sano e potente".
Cristina Acidini, presidente dell'Accademia delle Arti del Disegno, sottolinea che "siamo in presenza di un artista affermato che col suo studio e i suoi viaggi in Europa e in America ha conquistato una cifra espressiva di alto rango" e "all'occhio dello storico dell'arte viene naturale discernere nei suoi cieli annuvolati e spaziosi i ricordi della pittura olandese del Secolo d'Oro, nei paesaggi verdi e acquatici vibranti di effetti luminosi il sapere pittorico degli Impressionisti, nei ritratti esatti e silenti il pensoso psicologismo di Hopper".