VENEZIA - La grande statua del cavallo con cavaliere di Marino Marini domina la terrazza, che si affaccia sul Canal Grande, di Ca' dei Leoni, casa veneziana di Peggy Guggenheim e ora sede della Collezione intitolata alla mecenate statunitense. E' una delle prime opere italiane acquistate da Peggy dopo il suo arrivo nella città lagunare sul finire degli anni '40 dello scorso secolo e oggi dialoga con la ricca esposizione di lavori dello scultore toscano (1901-1988) presentate nella mostra allestita nelle salette interne di un'ala della Collezione.
"Confronti con i capolavori della scultura dagli etruschi a Henry Moore", senza dimenticare il '400 toscano o Picasso, è il sottotitolo della mostra e del ricco catalogo (Silvana). Cosi, accanto ai cavallini di Marini ci sono piccole sculture antiche, accanto a volti (di cui l'artista toscano era maestro) lavori del primo rinascimento, alle statue del nuotatore o del pugile sculture di Arturo Martini e Giacomo Manzù. Per i curatori, l'essere posto fuori dalla storia ha impedito per anni di analizzare il confronto-incontro di Marini con l'arte dei suoi anni e ancor più con le opere antiche che furono invece costante fonte di ispirazione per elaborare il nuovo. Non è un caso, quindi, che l'ingresso alla mostra presenti anche una testa di uomo d'epoca etrusca e nell'ultima sala ci sia Picasso, con un dipinto del 1953. (ANSA)
'Marino Marini' al Guggenheim di Venezia
Esposte opere scultore toscano, a confronto con storia arte